• Titolo: Vergine, san Giuseppe e angeli adoranti il Bambino
  • Autore: Anonimo ferrarese
  • Data: Inizi del XVII secolo
  • Tecnica: Olio su tavola incollata su faesite
  • Dimensioni: cm 30,7 x 44,7
  • Provenienza: Ignota
  • Inventario: GN 862
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

L’eco della cultura veneta e insieme di quella emiliana avvertibile nella piccola tavola rende interessante l’attribuzione allo Scarsellino o al suo ambito proposta dalla Ghidiglia Quintavalle (1968b) in sostituzione dei precedenti riferimenti al Tintoretto o a “derivato dello Schedoni” (Catalogo ms. inventariale, n. 862).

L’opera dichiara anche qualche affinità con l’estroso Mastelletta nel far affiorare dal fondo bruno le figure in macchie sintetiche e filamenti di colore, anche se, su questi effetti, può avere influito anche qualche problema di conservazione. Se il restauro ha eliminato la “nebbia grigia” dalla quale mergevano appena “pallide larve di pittura” non poté certo recuperare probabili abrasioni sofferte in antico.

Non mancano tangenze, qui in chiave più naturalistica, con la produzione del ferrarese Domenico Monio, in genere più orientata sul versante tardomanieristico ma non scevra da accenti tintoretteschi e bassaneschi presenti anche nella tavoletta in esame. Si veda, per confronto, la Natività di Gesù della chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara (Frabetti 1978, tav. XII). Si aggiungano infine le affinità col Bastianino nella minuscola e compendiaria figura del Bimbo giacente nella mangiatoia. Sono tutti elementi che invitano a mantenere per l’opera un riferimento all’ambito ferrarese, anche se non mi è stato possibile individuare una paternità convincente per il piccolo dipinto, il cui livello esecutivo è di tutto rispetto, per la rapidità dell’esecuzione, le filature di colore rappreso nell’angelo di destra, che mantiene nelle vesti tracce di stesura a lacca, per l’impeto ancora manieristico del gesto del san Giuseppe al centro, degno di Girolamo da Carpi.

Un olio su paragone dei Musei Civici di Padova (inv. 937, dal convento di Santa Giustina) che mi sembra appartenere alla stessa mano, è stato riferito al Turchi (Lucco 1980, pp. 329-330) e in seguito a Pasquale Ottino (Marinelli 1994, pp. 70-71, tav. 53); ma entrambe le attribuzioni non mi trovano concorde.

Bibliografia
Ghidiglia Quintavalle 1968b, p. 41, n. 41
Restauri
1968
Mostre
Parma 1968
Scheda di Fiorella Frisoni, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.