La riproduzione dell’affresco della Cupola del Duomo di Parma è composta da tre acquarelli uniti in un’unica cornice che erano già stati composti così in occasione dell’esposizione a Londra del 1862, quando insieme ad altre incisioni erano stati inviati per promuovere la vendita di altre stampe del capolavoro di Correggio.

Il perfetto combaciare delle tre parti permette di comprendere la complessità e l’efficacia del sistema matematico e ottico di rilevazione adottato da Toschi e dai suoi collaboratori. Per giungere a questa unità di raffigurazione spaziale è stato necessario indubbiamente scomporre la calotta in tanti spicchi, probabilmente “divisi in 14 disegni della grandezza di un foglio di carta reale fina, più un disegno a contorno del totale” come Toschi stesso descrive in una sua del 1835, avendo sempre presente un punto centrale di riferimento, utilizzando il telescopio grafico, un’innovativa invenzione di Cornelius Varley del 1811, che permetteva di rilevare perfettamente le proporzioni anche da una superficie curva. Il sistema adottato dal Toschi può sostenere oggi il confronto con le moderne rilevazioni fotografiche anche per gli effetti chiaroscurali, studiati e compresi nel loro vortice ascensionale.

Bibliografia
Martini 1873b, p. 10;
Ricci 1896, pp. 288-289;
Sorrentino 1931b, p. 32;
Lombardi 1947, p. 14;
Medioli Masotti 1973, p. 160;
Fornari Schianchi 1983b, pp. 162, 175, 176
Mostre
Londra 1862;
Parma 1947