Durante il ducato di Maria Luigia d’Austria (1816-1847) e grazie all’apporto finanziario della duchessa stessa, la chiesa di San Ludovico, già intitolata a San Paolo e adattata a cappella ducale da Don Ferdinando di Borbone (1769 circa) ma originariamente parrocchiale e chiesa monastica dell’omonimo cenobio benedettino femminile, venne profondamente trasformata nella distribuzione planimetrica e riccamente dotata di arredi e apparati liturgici (cfr. Mecenatismo… 1974, pp. 5-6; Dall’Acqua 1990, pp. 38, 40-42).

Nel 1840 l’altare della prima cappella a destra fu definitivamente portato a compimento con la realizzazione di una sorta di trittico nel quale il dipinto in esame e una tavola raffigurante San Giovanni Evangelista di Giovanni Riccò (entrambi terminati “con tutto l’impegno e con la più lodevole riuscita” nel dicembre dell’anno precedente Registro delle lettere… 1835-1843) vennero collocati quali pannelli laterali a un Gesù crocifisso di Giocondo Viglioli eseguito nel 1838 (inv. 112; cfr. scheda n. 989).

Nel 1866 l’edificio fu chiuso al culto e ceduto in proprietà al Demanio del Regno d’Italia che nel 1869 depositò i dipinti in esso contenuti nella Regia Galleria (Inventario… 1870); quando nel 1871 la chiesa fu riaperta, una parte dei quadri venne in essa ricollocata, mentre altri, e fra questi il Crocifisso del Viglioli e la Vergine addolorata di Riccardi, rimasero in Galleria.

Il 1840 fu dunque un anno cruciale nella breve ma intensa carriera di Bernardino Riccardi: fu l’anno che lo vide vittorioso al Concorso accademico per il pensionato romano con il Socrate che fa da scudo in battaglia ad Alcibiade (inv. 498; cfr. scheda successiva), e quello della sua definitiva consacrazione fra i pittori parmensi prediletti dalla duchessa Maria Luigia, con la collocazione della tavola in esame nella cappella ducale e con l’esposizione pubblica del Sant’Ilario che calpesta l’eresia, opera “colossale… di bei partiti pittorici” (Scarabelli Zunti fine del XIX secolo), commissionata e dipinta l’anno precedente e destinata alla chiesa cittadina di Santa Maria del Quartiere.

La nostra Addolorata “tecnicamente perfetta nella religiosa sublimazione poetica” (Mecenatismo… 1974), con i suoi richiami neorinascimentali calati nella temperie romantica attraverso l’uso di un impianto luminoso di efficace impatto pietistico, certo non deluse le aspettative della committente che seguitò a rivolgersi a Riccardi anche dopo il suo definitivo trasferimento a Roma (1842); continuò a essere apprezzata dai curatori della Regia Galleria che, nel 1871, non la restituirono alla chiesa d’origine, ma la trattennero nella Sala Grande della Galleria stessa (Martini 1872a); e continua a essere annoverata anche da autori più vicini a noi fra le prove più significative dell’artista parmense.

Bibliografia
Registro delle lettere… 1835-1843, 30 settembre 1839, 28 dicembre 1839;
Martini 1872a, p. 43;
Inventario… 1870;
Ricci 1896, p. 184;
Scarabelli Zunti, Documenti…, fine del XIX secolo, vol. IX (1801-1850), f. 242;
Mecenatismo… 1974, p. 8 (con ampia bibl. prec.);
Martinelli Braglia 1991a, p. 990;
Enciclopedia… 1998, p. 568;
Lasagni 1999, vol. IV, p. 91 (con ampia bibl. prec.)
Mostre
Parma 1974
Patrizia Sivieri, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.