- Titolo: Vergine addolorata
- Autore: Bernardino Riccardi
- Data: 1839
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensioni: 189,6 x 108,8
- Provenienza: Parma, chiesa di San Ludovico, in Galleria dal 1869
- Inventario: Inv. 86
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Ottocento a Parma
Durante il ducato di Maria Luigia d’Austria (1816-1847) e grazie all’apporto finanziario della duchessa stessa, la chiesa di San Ludovico, già intitolata a San Paolo e adattata a cappella ducale da Don Ferdinando di Borbone (1769 circa) ma originariamente parrocchiale e chiesa monastica dell’omonimo cenobio benedettino femminile, venne profondamente trasformata nella distribuzione planimetrica e riccamente dotata di arredi e apparati liturgici (cfr. Mecenatismo… 1974, pp. 5-6; Dall’Acqua 1990, pp. 38, 40-42).
Nel 1840 l’altare della prima cappella a destra fu definitivamente portato a compimento con la realizzazione di una sorta di trittico nel quale il dipinto in esame e una tavola raffigurante San Giovanni Evangelista di Giovanni Riccò (entrambi terminati “con tutto l’impegno e con la più lodevole riuscita” nel dicembre dell’anno precedente Registro delle lettere… 1835-1843) vennero collocati quali pannelli laterali a un Gesù crocifisso di Giocondo Viglioli eseguito nel 1838 (inv. 112; cfr. scheda n. 989).
Nel 1866 l’edificio fu chiuso al culto e ceduto in proprietà al Demanio del Regno d’Italia che nel 1869 depositò i dipinti in esso contenuti nella Regia Galleria (Inventario… 1870); quando nel 1871 la chiesa fu riaperta, una parte dei quadri venne in essa ricollocata, mentre altri, e fra questi il Crocifisso del Viglioli e la Vergine addolorata di Riccardi, rimasero in Galleria.
Il 1840 fu dunque un anno cruciale nella breve ma intensa carriera di Bernardino Riccardi: fu l’anno che lo vide vittorioso al Concorso accademico per il pensionato romano con il Socrate che fa da scudo in battaglia ad Alcibiade (inv. 498; cfr. scheda successiva), e quello della sua definitiva consacrazione fra i pittori parmensi prediletti dalla duchessa Maria Luigia, con la collocazione della tavola in esame nella cappella ducale e con l’esposizione pubblica del Sant’Ilario che calpesta l’eresia, opera “colossale… di bei partiti pittorici” (Scarabelli Zunti fine del XIX secolo), commissionata e dipinta l’anno precedente e destinata alla chiesa cittadina di Santa Maria del Quartiere.
La nostra Addolorata “tecnicamente perfetta nella religiosa sublimazione poetica” (Mecenatismo… 1974), con i suoi richiami neorinascimentali calati nella temperie romantica attraverso l’uso di un impianto luminoso di efficace impatto pietistico, certo non deluse le aspettative della committente che seguitò a rivolgersi a Riccardi anche dopo il suo definitivo trasferimento a Roma (1842); continuò a essere apprezzata dai curatori della Regia Galleria che, nel 1871, non la restituirono alla chiesa d’origine, ma la trattennero nella Sala Grande della Galleria stessa (Martini 1872a); e continua a essere annoverata anche da autori più vicini a noi fra le prove più significative dell’artista parmense.