Nella preziosa collezione di Campeny, composta principalmente di elementi in marmo e in bronzo, dominante è la presenza della figura umana usata per trasmettere temi legati allo scorrere del tempo, come l’alternarsi del giorno e della notte, il mutare delle stagioni e la ricchezza dei frutti prodotti dalla terra.

Composizione in bronzo dorato raffigurante Apollo e Diana, intesi nella loro accezione di Sole e Luna, poggiati su un ricco basamento fiancheggiato da altri quattro bronzi con donne sedute, che rappresentano i quattro elementi Acqua, Aria, Terra e Fuoco. Ai lati, su due basi in marmo verde, si ergono le statue in bronzo di Cerere e Bacco, allusive alla fertilità della terra, circondate da statue di offerenti. A completare questo insieme decorativo, sono presenti una serie di statuette bronzee che personificano le Stagioni e i Mesi, impreziosite da attributi in bronzo dorato e poggianti su sostegni con indicati i segni zodiacali, tutte intervallate da anfore, crateri, candelieri, tripodi e fruttiere in pietre dure e marmi colorati,  ispirati all’antico.

Il Trionfo da tavola venne realizzato da Damià Campeny, scultore catalano che trascorse una feconda stagione romana fra il 1797 e il 1815, con l’aiuto di un gruppo di artigiani specializzati. Non sappiamo con precisione attraverso quali strade lo strepitoso complesso decorativo, commissionato nel 1803 da Antonio de Vergas y Laguna, ambasciatore presso lo Stato Pontificio per la sede dell’Ambasciata di Spagna a Roma, sia giunto in Galleria a Parma. Il prezioso arredo è comunque ricordato per la prima volta nell’Inventario dei beni della regge parmensi, redatto per volontà dei Savoia dopo l’Unità d’Italia nel 1861.