- Titolo: Toilette
- Autore: Cletofonte Preti
- Data: 1866
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 172 x 120,5
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti, vinto alla Società di Incoraggiamento dal Ministero dell’Istruzione Pubblica nel 1866
- Inventario: Inv. 724
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Ottocento a Parma
Il dipinto venne esposto col valore di 300 lire alla mostra della Società di Incoraggiamento del 1866; fu il Ministero della Pubblica Istruzione ad aggiudicarselo per sorteggio e a destinarlo alla Galleria. Nel 1870 fu presentato assieme alla Lattante (inv. 89; cfr. scheda precedente) alla Prima Esposizione Nazionale di Belle Arti, dalla quale Preti riportò la medaglia d’argento.
Forse spinto dal lusinghiero successo ottenuto l’anno precedente con la Lattante, l’artista parmense torna dopo pochi mesi a proporre al medesimo pubblico una figura femminile in un interno domestico; questa volta, però, la protagonista è raffigurata in un ambiente borghese, concentrata sulla cura di sé e circondata da oggetti che testimoniano il tranquillo decoro di una vita agiata.
Del tutto sovrapponibili al dipinto precedente sono, invece, l’impostazione della composizione, l’uso di una luce morbida che scorre uguale su ogni cosa e il particolare taglio dell’immagine, grazie al quale l’ambiente non risulta nettamente delimitato (la sedia e l’estremità dello specchio sono tagliati, esattamente come tagliati erano nella Lattante il grande letto, la sedia e la mensola appesa alla parete), ma colto istantaneamente. E ancora l’elegante e sinuosa figura della protagonista richiama alla mente classiche icone femminili (in questo caso è stato giustamente fatto il nome di Parmigianino), rese con una disinvoltura e freschezza di tratto decisamente romantiche.
Anche in questo caso non si può non notare come Preti sia accademicamente legato a un’interpretazione della realtà fortemente idealizzata, mediata da una tradizionale e consolidata idea del bello che non disdegna l’accurata raffigurazione di dettagli e ambienti contingenti, ma che non si spinge mai oltre la soglia della verità. Questo approccio non può, tuttavia, essere imputato a Preti come nota di demerito, visto che il realismo in senso stretto era raro anche fra i pittori coevi di caratura nazionale. Semmai va notato che, grazie anche all’abile e raffinata tecnica pittorica che lo pone ai vertici della cultura figurativa locale, fin da queste prime prove egli sa interpretare in modo autentico il sentimento del suo pubblico, quella borghesia della neonata nazione italiana che ama riconoscersi in un’arte intima e concreta, ma non traumatica o socialmente sovraesposta.
In collezione privata si conserva una replica del dipinto, firmata e datata 1867 ed esposta nel 1962 alla Mostra del ritratto parmense dell’800.