Giustamente assegnato a un artista della scuola di Rembrandt nei cataloghi della Galleria, questo interessante dipinto potrebbe essere accostato con cautela a uno dei più produttivi elementi della cerchia del maestro: Jacob Willemsz de Wet, che tratta frequentemente i temi biblici con una forte componente emotiva e una decisa preferenza per il chiaroscuro.

Nel dipinto parmense l’artista coglie la magia dell’attimo in cui il figlio di Tobia, assistito dall’angelo, si appresta a cospargere l’occhio del padre con il medicamento estratto dal pesce. La componente luministica concentrata sui volti amplifica l’atmosfera di trepidazione della scena. L’impianto piramidale, le sfumature del colore incentrato sul bruno dorato e la pittura piuttosto morbida suggeriscono alcuni confronti con opere di Jacob de Wet, per esempio la Circoncisione di Cristo di Budapest (Szépmüvészeti Múzeum) oppure Erode di una collezione privata di Basilea (cfr. Sumowski 1983, nn. 1832, 1834), questi dipinti condividono con il nostro anche alcune fisionomie dai tratti tondeggianti e i contorni sfumati.

Bibliografia
Martini 1875, p. 3;
Pigorini 1887, p. 4;
Ricci 1896, pp. 17-18;
Quintavalle A.O. 1939, p. 329
Restauri
1947-48
Scheda di Maria Pietrogiovanna , tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.