L’affresco, entro una cornice dipinta a decorazioni geometriche policrome, è parzialmente interrotto dalla traccia di un rosone (vedi scheda n. 30).
In uno spazio quasi metafisico Santa Caterina in ginocchio, seguita da alcune nobildonne e assistita dalla Vergine che le sorregge la mano, riceve l’anello nuziale da Cristo che, contrariamente all’iconografia tradizionale, viene rappresentato adulto. Alle sue spalle due angeli osservano la scena.

Lo Sposalizio mistico di santa Caterina col Cristo adulto è assai raro nella cultura figurativa lombarda dei secoli XIV e XV, se si esclude l’affresco di uguale soggetto dell’oratorio di Santo Stefano a Lentate sul Seveso (Milano). Anche in questo episodio e nell’intero ciclo Caterina è rappresentata come una nobildonna con le lunghe chiome bionde, vestita di una cipriana bianca e rossa dall’accentuata scollatura.

Le dame del seguito esibiscono vesti dai panneggi preziosamente cadenzati e scivolanti, ma sforbiciati alla base e con ricche decorazioni stampigliate.

Può essere attribuito con certezza al Maestro che dipinge l’episodio precedente per le stringenti affinità stilistiche nella definizione dei panneggi, nelle figure sottili e allungate, nella fisionomia dei volti e nelle scelte cromatiche preziose e raffinate.

Scheda Di Antonella Gigli tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere dall’Antico al Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1997.