- Titolo: Sposalizio della Vergine
- Autore: Giulio Cesare Procaccini
- Data: 1617
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 375 x 227
- Provenienza: Parma, Santa Maria della Steccata; a Parigi nel 1796; in Galleria dal 1816
- Inventario: GN 153
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Gli emiliani 1500-1600
- Sezione espositiva: Gli Emiliani 1600
Il quadro è coperto da una vernice molto ossidata che ne rende difficile un’accurata lettura. Nel 1922, Laudadeo Testi lo descrisse come compromesso dai restauri eseguiti nel 1752 dal pittore Antonio Rè (Archivio della Steccata, Libro delle Ordinazioni, vol. 48, f. 25r, in Testi 1922b, p. 185).
Più di cinquant’anni fa, il Testi pubblicò dei documenti che stabiliscono la data e gli spostamenti di questa pala d’altare, eseguita per la cappella di San Giuseppe (ora il nicchione quarto verso nord) nella chiesa della Santa Maria della Steccata.
In un’ordinazione del 19 luglio 1617 era stato deciso di rimborsare: “l’8 di agosto successivo 130 ducati d’argento al tesoriere della Steccata da lui pagati a Giulio Cesare Procaccini per un quadro dipinto da lui per la Cappella di S. Giuseppe… e pel trasporto del quadro stesso da Milano a Parma”; di più, il Procaccini ricevette lire 1383 soldi 6 denari 8 per la pala d’altare (Libro delle Ordinazioni, vol. 10, Mandati ad annum 1617, in Testi 1922b, pp. 183-184).
Già all’inizio del ’700 lo Sposalizio della Vergine non si trovava più nella cappella e il Testi specificò anche questo cambiamento di luogo: nel 1718 il quadro di Marcantonio Franceschini raffigurante San Giorgio fu spedito da Piacenza alla Steccata e la pala d’altare del Procaccini fu portata per un breve periodo nelle Gallerie ducali (1922b, p. 184, nota 199). Nel 1728, la pala d’altare era menzionata nel coro della chiesa (Nota…, p. 11). Il 16 settembre 1733 venne registrato nel Libro delle Ordinazioni della Steccata la seguente informazione che riguarda questa nuova sistemazione: “al collocare nello specchio di mezzo al nuovo coro il Quadro il S. Giuseppe, opera del Percacini con un ornamento d’intorno di stucchi consimile alle già fatti” (vol. 46, Archivio della Steccata, f. 70v, in Testi 1922b, pp. 184-185, nota 1). Nel 1796 lo Sposalizio della Vergine fu tra i primi quadri scelti per il Museo Imperiale di Parigi (Liste… 1796-1815, n. 13) e, dopo il ritorno dalla Francia, entrò definitivamente in Galleria nel 1816.
Nonostante la pubblicazione di questi documenti, l’informazione sembra essere rimasta fuori circolazione e, infatti, alcuni studiosi hanno proposto varie date per il quadro, verso la metà del secondo decennio (Brigstocke 1973, p. 697) o alcuni anni più tardi, verso il 1620 (Pevsner 1929, p. 356; Quintavalle A.O. 1939, p. 77; Brigstocke 1976a, p. 200 e 1976b, p. 93). Altri critici, sempre datando la pala d’altare verso gli Anni venti, hanno interpretato i documenti come attestanti un anticipo al Procaccini (Fornari Schianchi 1982b, p. 140; Rosci 1993, p. 102) e forse le condizioni del quadro, spento dai vecchi interventi di restauro, hanno suggerito un tale orientamento. Ma a rileggere i documenti pubblicati dal Testi, sembra che il pittore fosse già stato pagato dal tesoriere della Steccata, che il quadro, se non già arrivato, fosse in arrivo, a Parma nell’estate del 1617, e il pagamento, destinato quale rimborso al funzionario della Fabbrica. In questo senso anche la Fornari Schianchi ha interpretato il contenuto dei documenti (1994, p. 36).