La tavola si attiene all’iconografia canonica dei Τρεις Ιεράρχες, i Tre Santi Padri della Chiesa greca (Rothemund 1966) della fine dell’XI secolo pari per importanza e autorità, la cui festa fu stabilita dopo che essi apparirono in una visione a Giovanni Mavropous vescovo di Euchaita (Drandakis 1969).

Su un fondo oro delimitato da una doppia cornice marrone e nera, sono raffigurati infatti da sinistra Basilio il grande, Gregorio Nazianzeno e Giovanni Crisostomo, con vesti ecclesiastiche delle quali l’elemento comune e più evidente è l’omophorion vescovile, la lunga sciarpa decorata da croci. Le tre immagini sono stanti, perfettamente frontali e tutte imperniate sulla medesima gamma cromatica (Rizzi 1976) bruno-ocra spenta, ravvivata dalle lumeggiature bianche nei volti e nelle mani e impreziosita da quelle d’oro sui Vangeli.

La resa stilistica delle immagini modulata su volumi piccoli e allungati e soprattutto l’uso delle luci bianche escludono l’ambito greco (Acheimastou-Potamianou 1988) anche tardo (Chatzidakis 1988), orientando piuttosto verso quello balcanico (Chatzidakis-Djuric 1968) e della Russia centrale (Opie 1996) della metà del XIX secolo circa.

Scheda di Patrizia Angiolini Martinelli tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere dall’Antico al Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1997.