- Titolo: Sant'Agostino
- Autore: Anonimo lombardo
- Data: Ultimo quarto del XIV secolo
- Tecnica: Affresco
- Dimensioni: 240 x 312
- Provenienza: Piacenza, chiesa di San Lorenzo (presbiterio, parete di destra); in deposito presso il Museo Civico di Piacenza
- Inventario: GN2057 e GN2058 (la sinopia)
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Dal Medioevo a Leonardo Ala Ovest
L’affresco, lacunoso nella sezione inferiore, ma di cui si conserva fortunatamente la sinopia, raffigura entro semplici modanature policrome, che evidenziano il fondale blu, il busto di un santo vescovo, verosimilmente Sant’Agostino, in quanto la chiesa da cui proviene apparteneva agli eremitani del suo Ordine. La figura benedicente e con un prezioso pastorale è decentrata rispetto alle modanature, e ciò lascia presupporre che in origine ai suoi piedi fosse rappresentato un donatore in preghiera. Le cromie, un tempo vivaci e brillanti, sono irrimediabilmente perdute, se si eccettuano alcuni brani rossi della veste e il verde azzurro del piviale, ricco di decori.
Secondo la Ghidiglia Quintavalle, che lo attribuisce a un maestro lombardo della fine del XIV secolo, potrebbe essere avvicinato all’Incoronazione della Vergine (vedi scheda n. 28), dalla quale si discosterebbe per una intensità espressiva più raccolta e solenne. La Linckelmann-Piérès ritiene che possa invece essere assegnato ad Antonio de Carro, attivo a Piacenza tra la fine del ’300 e l’inizio del secolo successivo, mentre il Gibbs lo riconduce al catalogo delle opere di Tomaso da Modena. Il Ferretti infine nega fermamente la paternità tomasesca, pur non proponendo nuove indicazioni di lettura. L’attribuzione a Tomaso, pur motivata per ciò che riguarda l’impianto monumentale della figura e l’impasto largo e teso del volto, non è del tutto convincente, poiché nei tratti fisionomici e nei preziosi e sottili decori della mitra e dell’aureola sembra di cogliere echi di una cultura diversa, orientata verso l’ambito lombardo dei frescanti dell’oratorio della famiglia Porro a Mocchirolo.