- Titolo: San Paolo
- Autore: Bartolomé Esteban Murillo (attribuito a)
- Data: 1650-1700
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 105 x 92
- Provenienza: Piacenza, acquistato da Giovan Francesco Bianchi nel 1822
- Inventario: GN 115/2
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: La pittura dell'Impero spagnolo
Di eguali dimensioni, i dodici Apostoli sono raffigurati a mezza figura con i pertinenti simboli semantici: inv. 115/1, San Pietro con le chiavi; inv. 115/2, San Paolo con la spada (esiste una copia di questa tela in una collezione privata di Madrid); inv. 115/3, Sant’Andrea con la Croce che porta il suo nome; inv. 115/4, San Giacomo Maggiore con la conchiglia e il bordone; inv. 115/5, San Giovanni Evangelista con la coppa a forma di calice; inv. 115/6, San Tommaso con la lancia; inv. 115/7, San Giacomo minore con il bastone a forma di mazza; inv. 115/8, San Filippo con la Croce; inv. 115/9, San Bartolomeo con il coltello; inv. 115/10, San Giuda Taddeo con la squadra; inv. 115/11, San Simone con la sega; inv. 115/12, San Matteo con l’alabarda.
Le serie degli Apostoli a mezza o figura intera comparsi nell’iconografia pittorica spagnola alla fine del Medioevo, prende il nome di Apostolados. Questa tipologia si sviluppò considerevolmente al momento della riforma cattolica. Per il credo religioso, il collegio apostolico esprimeva la quintessenza dei dogmi cattolici ed evocava direttamente l’opera di predicazione preconizzata dal Concilio di Trento. Questo Apostolado fu in un primo tempo attribuito a Ribera da Ricci. In seguito Quintavalle rivide l’attribuzione a favore della Scuola di Murillo, facendo giustamente notare come agli Apostoli difettasse il crudo realismo tipico dell’arte del Ribera.
La serie, nel suo complesso, e senza possedere l’intensità dell’opera di Murillo, riprende sotto molti aspetti le tecniche e le composizioni proposte dal maestro sivigliano. La diversità delle attitudini dei discepoli di Cristo che emergono da questo Apostolado induce a ipotizzare l’opera di una vera e propria bottega di artisti e tali discrepanze stilistiche costituiscono in fondo la precipuità dell’intera serie. Un recente restauro ha restituito al ciclo tutti i suoi colori e la primitiva luminosità: i personaggi, leggermente aureolati e dai visi sui quali cade direttamente la luce, esprimono una grande serenità ed emergono dal fondo neutro. Le vesti, modellate sulla gamma di tonalità calde e i contrasti cromatici fra l’abito e gli ampi panneggi di stoffe con cui sono paludati, conferiscono loro una certa imponenza.
Secondo Angulo Iñiguez, i Santi Pietro, Bartolomeo e Giuda Taddeo si isolano dal resto della serie per qualità superiore. Parecchi Apostoli presentano una notevole affinità con i modelli di Murillo; San Giovanni Evangelista, con lo sguardo levato verso il cielo, riprende la composizione del San Ferdinando della Biblioteca Colombina di Siviglia. San Giacomo minore ricorda la fisionomia dei due San Giuseppe, come pure del san Giuseppe della Sacra Famiglia della Collezione Kleimberg di Parigi, di cui riprende l’espressione di dolcezza e tranquillità. Il San Filippo lodato da Quintavalle è infine da porre in relazione, per forza espressiva, con tele quali il San Giacomo del Museo del Prado.