L’opera è stata sempre attribuita a Morazzone, probabilmente sulla base della scritta comunque antica del verso, finché non fu respinto nel 1962 dalla Gregori.

L’attribuzione a Carlo Francesco Nuvolone risale a Godi, nel 1973. Il dipinto di riferimento, per cui si presume che questo sia stato preparatorio, purtroppo non è noto o non è mai stato realizzato.

L’immagine, d’indubbia qualità pittorica, che fa presagire una luminosa pala, ricorda di certo l’iconografia di molti dipinti lombardi con santi estatici, di ascendenza morazzoniana e ceranesca, tramandati specialmente dalle incisioni sacre dei Lampugnani, intorno agli Anni trenta del ’600. La composizione pittorica si colloca tuttavia al momento in cui tali immagini, pur dipinte in varie parti d’Italia, si omologano nel ritrovato chiarismo del nuovamente trionfante Barocco romano.

Così ad esempio il San Bernardino in gloria in San Francesco al Palco a Prato di Vincenzo Dandini mostra alla fine uno schema compositivo assai simile. Tuttavia la tensione dei corpi, resa senza l’incisione evidente dell’impalcatura disegnativa, sembra più agevolmente rientrare nella cultura nordica di Carlo Francesco Nuvolone, vicino al bozzetto dell’Assunta di Grenoble, circa alla metà del ’600. Benché la tecnica sia abbastanza anomala per il pittore e la testa dell’angelo maggiore possa far prospettare una datazione anche più avanzata, quella di Nuvolone resta comunque l’ipotesi di lavoro più interessante per il piccolo dipinto, immerso ancora in suggestive luci corrusche, respirando la libertà compositiva propria del disegno.

Bibliografia
Pigorini 1887, p. 40;
Quintavalle A.O. 1939, p. 197;
Gregori 1962, p. 183;
Ghidiglia Quintavalle 1968b, p. 57;
Godi 1973b, p. 24
Restauri
1967-68
Mostre
Parma 1968
Scheda di Sergio Marinelli, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.