• Titolo: San Gaetano da Thiene intercede la Madonna per le anime purganti
  • Autore: Anonimo emiliano
  • Data: secolo XVII
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: cm 225 x 168
  • Provenienza: Ignota
  • Inventario: GN 1199
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Per quanto sia attestata la presenza dell’opera già nell’Inventario del 1852 dove figura al n. 157 del capitolo dedicato ai quadri di provenienza sconosciuta, quale “Visione di Sant’Antonio con vari Angeli”, titolo che poi venne corretto dalla voce “la Madonna con il Bambino, le anime del purgatorio ed un Santo”, il dipinto non compare nei primi cataloghi a stampa della Galleria (Ricci e Quintavalle).

Al n. 1199 dell’Inventario corrente è detto “San Carlo Borromeo e angioli pregano la Madonna”. Quanto al riferimento d’autore la tela, attribuita alla Scuola lombarda, da una correzione a matita viene poi detta essere emiliana, quale eseguita da un seguace del Guercino.

Notevoli sono le difficoltà per identificare correttamente l’opera: se l’iconografia del santo che, con la stella sul petto e con il largo abito talare nero prega per le anime del Purgatorio, sembra riferirisi a quella di san Nicola da Tolentino, il quale infatti fu tra i primi pensatori cristiani a credere nell’indulgenza divina per le anime dopo la morte, è anche vero che particolari marginali dell’abito, quale la forma del colletto, non coincidono perfettamente con l’immagine tradizionale di san Nicola, e anzi si rapportano con più immediatezza all’immagine di san Gaetano Thiene, al quale potrebbe collegarsi l’immagine del libro – per quanto molti siano i santi che se ne ornano – posto ai suoi piedi, dato che infatti san Gaetano è il protettore dei tipografi.

L’antichità della pertinenza alla Galleria porta a considerare la possibilità che il dipinto provenga da una delle chiese soppresse della città di Parma: ad esempio quella dei Teatini di Santa Cristina era stata soppressa nel 1805 (Da Mareto 1978, ad vocem).

Il collegamento all’ambito del Guercino – come espresso nelle prime registrazioni – non è immediato né subito rapportabile ad alcuno dei continuatori della sua bottega (i Gennari o il Loves), il cui diverso stile è ormai abbastanza definibile. Resta indubbia l’ascendenza emiliana postguercinesca e postlanfranchiana dell’ignoto e non eccelso pittore, il quale sembra essersi ormai aggiornato circa quel nuovo impaginato della pala d’altare, che era stato recepito dal Cignani presso lo studio del Maratta durante il suo soggiorno romano del settimo decennio del secolo.

Bibliografia
Inventario… 1852, n. 157
Restauri
1969
Scheda di Daniela Ferriani, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.