Ricci (1896) ricorda che la tela proviene dalla collezione Sanvitale dove era riferita alla maniera dell’Amidano. Dopo una lunga incertezza sull’identità del santo (Martini lo descrive come un altro francescano, San Francesco di Paola e Pigorini come San Giovanni da Capistrano), Quintavalle (1939) vi riconosce il patrono di Siena.

San Bernardino (1380-1440) è qui raffigurato con il saio dell’Ordine francescano mentre regge un volume su cui spicca il monogramma IHS inscritto in un cerchio fiammeggiante. Ai suoi piedi, un putto alato sostiene una mitra ricamata, a simboleggiare l’investitura a vescovo che il frate avrebbe per tre volte rifiutata. Il nome col quale questo dipinto giunge in Galleria sembra sollevare dal problema attributivo gli storici che, dal Martini alla Quintavalle, lo riferiscono senza esitazioni all’Amidano. L’attribuzione, tuttavia, pare assai meno ovvia anche per la qualità non alta del dipinto, di fattura alquanto rustica e che traduce in linguaggio quasi popolano schemi devozionali di probabile ascendenza carraccesca.

Bibliografia
Martini 1875, p. 12;
Pigorini 1887, p. 12;
Ricci 1896, p. 160;
Moschini 1927, p. 124;
Quintavalle A.O. 1939, pp. 278-9;
Ghidiglia Quintavalle 1956b, p. 28;
Ghidiglia Quintavalle 1971b, p. 24
Restauri
1882 (S. Centenari);
1934-35;
1999 (Zamboni e Melloni)
Scheda di Marco Riccomini, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.