- Titolo: Ritratto virile
- Autore: Luigi Amidani
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- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 59 x 50
- Provenienza: Parma, collezione marchesi
- Inventario: GN 329
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Arte a Parma 1500-1600
L’opera proviene dalla collezione dei marchesi Pavesi che la vendono alla Galleria nel maggio 1834 (Ricci 1894b). La diceria, tipicamente ottocentesca, raccolta dal Pigorini (1887) che possa trattarsi del ritratto di Benvenuto Cellini è già messa in discussione dal Ricci.
Con sottile argomentare, questi fa notare l’incongruenza fra l’età presunta di questo ipotetico Cellini e i dati anagrafici di quel Giulio Cesare Amidano (nato nel 1572), di cui oggi ignoriamo la professione ma che ai tempi del Ricci si supponeva essere l’artista citato dalle fonti.
Al di là dell’identità del personaggio effigiato, forse un collezionista che tiene fra le mani un pezzo della sua raccolta, l’attribuzione all’Amidano è del tutto convincente.
I grandi occhi tondi e fra loro distanti sono in tutto simili a quelli della ninfa col turbante nel Bagno di Diana dell’Ermitage (cat. 1891, n. 271) o a quelli dell’angelo col capo inghirlandato della Sacra Famiglia con i santi Antonio, Chiara e Francesca Romana della chiesa di Santa Chiara di Casalmaggiore, opere collocabili sullo scorcio del secondo decennio del ’600. L’unico altro ritratto conosciuto dell’Amidano è, all’evidenza, quello del giovane che sorregge il corpo del Cristo nella Deposizione di questa Galleria (inv. 1120, vedi scheda n. 486). Mentre quello si direbbe un omaggio al committente che si fa ritrarre in vesti dimesse all’interno di una raffigurazione sacra, questo è un ritratto “all’antica”, anche nella foggia dell’abito, che prende spunto da un prototipo cinquecentesco sul tipo di quelli di Tiziano o Parmigianino, a cui la colloquialità e l’attenzione al vero carraccesca è ancora sconosciuta. Non a caso proprio il confronto con questa tela suggerisce ad Amalia Mezzetti (1977) di avanzare il nome dell’Amidano per un ritratto virile della Galleria Estense di Modena già riferito a Girolamo da Carpi (n. 191).