L’opera proviene dalla collezione dei marchesi Pavesi che la vendono alla Galleria nel maggio 1834 (Ricci 1894b). La diceria, tipicamente ottocentesca, raccolta dal Pigorini (1887) che possa trattarsi del ritratto di Benvenuto Cellini è già messa in discussione dal Ricci.

Con sottile argomentare, questi fa notare l’incongruenza fra l’età presunta di questo ipotetico Cellini e i dati anagrafici di quel Giulio Cesare Amidano (nato nel 1572), di cui oggi ignoriamo la professione ma che ai tempi del Ricci si supponeva essere l’artista citato dalle fonti.

Al di là dell’identità del personaggio effigiato, forse un collezionista che tiene fra le mani un pezzo della sua raccolta, l’attribuzione all’Amidano è del tutto convincente.

I grandi occhi tondi e fra loro distanti sono in tutto simili a quelli della ninfa col turbante nel Bagno di Diana dell’Ermitage (cat. 1891, n. 271) o a quelli dell’angelo col capo inghirlandato della Sacra Famiglia con i santi Antonio, Chiara e Francesca Romana della chiesa di Santa Chiara di Casalmaggiore, opere collocabili sullo scorcio del secondo decennio del ’600. L’unico altro ritratto conosciuto dell’Amidano è, all’evidenza, quello del giovane che sorregge il corpo del Cristo nella Deposizione di questa Galleria (inv. 1120, vedi scheda n. 486). Mentre quello si direbbe un omaggio al committente che si fa ritrarre in vesti dimesse all’interno di una raffigurazione sacra, questo è un ritratto “all’antica”, anche nella foggia dell’abito, che prende spunto da un prototipo cinquecentesco sul tipo di quelli di Tiziano o Parmigianino, a cui la colloquialità e l’attenzione al vero carraccesca è ancora sconosciuta. Non a caso proprio il confronto con questa tela suggerisce ad Amalia Mezzetti (1977) di avanzare il nome dell’Amidano per un ritratto virile della Galleria Estense di Modena già riferito a Girolamo da Carpi (n. 191).

Bibliografia
Malaspina 1869, p. 55;
Martini 1875, p. 27;
Pigorini 1887, p. 33;
Ricci 1896, pp. 237-238;
Lottici 1907, p. 405;
Pelicelli 1912b, p. 57;
Moschini 1927, p. 124;
Quintavalle A.O. 1939, p. 62;
Quintavalle A.O. 1948b, n. 109 p. 67;
Bénézit 1948, I, p. 145;
Ghidiglia Quintavalle 1956b, p. 28;
Quintavalle A.O. 1960, p. 793;
Ghidiglia Quintavalle 1971b, p. 25;
Lenzi 1972, p. 113;
Mezzetti 1977, p. 94;
Riccomini M. 1988, p. 140;
Coccioli Mastroviti 1989, p. 614
Restauri
1947-48
Scheda di Marco Riccomini, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.