Nell’Inventario generale risulta già, alla sua iscrizione, come Pietro Muttoni. La sua relativa popolarità, testimoniata dalla consistente bibliografia, si giustifica col fatto che si tratta del più tipico modo di figurare del pittore veneziano, con la falsa immagine cinquecentesca, in costume, di profilo.

Anche l’uso del supporto su tavola è coerente con la falsificazione antica. Aikema tuttavia lo indica nel 1990 come possibile opera di bottega.
In effetti non sappiamo nulla di preciso sul funzionamento della bottega del pittore, evidentemente operosissima sia per quanto riguarda i quadri in stile cinquecentesco sia per quelli in stile “barocco” contemporaneo.

Di recente è poi emerso che tutte le opere attribuite a Pietro Della Vecchia nel mitico catalogo della collezione Vianelli di Chioggia e considerate importanti originali dispersi sono state in parte ritrovate e risultano spettare a un imitatore settecentesco (Turlon 1996-97). Le opere del pittore-falsario, ricercate ormai come tali, furono dunque falsificate di nuovo per il mercato dei piccoli collezionisti settecenteschi.

Il dipinto di Parma tuttavia, benché di non largo respiro, come si vede nel trito panneggio della manica, sembrerebbe ancora opera seicentesca, di miglior qualità delle imitazioni del ’700, e forse anche di mano dell’attivissimo autore, almeno nel magnifico berretto rosso, in cui si esaurisce di fatto tutto l’interesse dell’opera.

Bibliografia
Ricci 1896, p. 246;
Thieme – Becker 1931, XXV, p. 300;
Quintavalle A.O. 1939, p. 135;
Bénézit 1960, VI, p. 289;
Quintavalle 1960, p. 36;
Donzelli – Pilo 1967, p. 412;
Aikema 1990, pp. 150-151
Scheda di Sergio Marinelli, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.