• Titolo: Ritratto di Pomponio Torelli (?)
  • Autore: Cesare Aretusi
  • Data: fine del ’500, inizio del ’600.
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: cm 149 x 109
  • Provenienza: Parma, collezione Dalla Rosa Prati, 1851
  • Inventario: GN336
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Proveniente dalla collezione Dalla Rosa-Prati, il dipinto è da sempre riconosciuto come opera dell’Aretusi in virtù della scritta a pennello che compare sul retro della tela, ma nell’antico elenco delle opere passate dalla collezione alla Galleria manca l’identificazione del personaggio.

Il riconoscimento data agli inizi del ’900, quando Barilli ritiene che l’uomo effigiato sia Pomponio Torelli (1539 circa-1608), conte di Montechiarugolo, uno dei maggiori letterati parmensi della seconda metà del ’500, morto poco prima che Ranuccio I soffocasse nel sangue la presunta congiura dell’aristocrazia parmense, confiscandone i cospicui patrimoni.

Secondo la ricostruzione ipotizzata dallo studioso, il ritratto sarebbe quello che Giovan Battista Masi aveva commissionato proprio nel 1602 all’Aretusi come dono alla promessa sposa, Clelia Torelli, figlia di Pomponio. La circostanza sarebbe confermata da una lettera in cui il Masi parla esplicitamente della tela che avrebbe dovuto ornare la sontuosa residenza di Felino. Barilli ritiene che il ritratto sia quindi quello confiscato ai Masi nel 1612 e registrato con il n. 47 nell’inventario del notaio Francesco Moreschi, l’esecutore della Camera Ducale, che redige un elenco numerato e preciso delle opere prelevate nel Palazzo Masi di Parma fornendo misure e annotando l’apposizione del suo sigillo (Bertini 1977, p. 23). Tuttavia se il dipinto fosse realmente quello confiscato ai Masi, sarebbe presumibilmente entrato a far parte della Quadreria farnesiana all’epoca dell’esproprio e presenterebbe le indicazioni della confisca, visto che la tela non ha subito consistenti interventi di restauro ed è ancora leggibile l’antica iscrizione.

Fra i dipinti confiscati al conte Pio Torelli a Montechiarugolo nel giugno 1612, c’è un ritratto di Pomponio Torelli, che probabilmente è quello che compare nell’inventario del Palazzo del Giardino del 1680 (n. 614) “Ritratto d’huomo vestito di nero all’antica con frappa al collo, tiene nella destra un libro coperto di verde, e con la sinistra tiene la spada, sopra la quale è scritto del Perduto, del Cavag.re Malossi” (Bertini 1987, p. 260). “Perduto” è il nome d’Accademia di Pomponio e il ritratto, dopo alterne vicende, è attualmente conservato alla Reggia di Caserta.

Studi recenti confermano e l’identificazione del personaggio e l’attribuzione al cremonese Malosso, che l’avrebbe eseguito tra la fine del ’500 e l’inizio del ’600.

Ora, confrontando il ritratto dipinto dall’Aretusi, datato 1602, con quello del Malosso, sembra di poter notare, nella fisionomia dei due personaggi, delle differenze che farebbero avanzare dei dubbi sull’identificazione del gentiluomo raffigurato nel dipinto della Galleria.
La diversità dei lineamenti è unita anche a un’evidente differenza di età, che non si spiega sulla base dei dati anagrafici.

Il personaggio raffigurato dall’Aretusi è senza dubbio un intellettuale, lo rivelano i libri appoggiati sullo scrittoio, sul quale l’uomo sussiegoso posa la mano destra elegantemente affusolata. Il pittore impagina la figura su un asse diagonale individuato dallo scorcio del braccio e compone l’immagine su uno sfondo bruno e omogeneo. Il sobrio rigore dell’abbigliamento, indagato analiticamente dal pittore, appare evidenziato dalla netta campitura cromatica e dalla robustezza dei volumi. Lo studioso, leggermente scorciato di tre quarti, volge lo sguardo severo verso lo spettatore, secondo quei princìpi di elegante decoro che informano buona parte della ritrattistica tardomanierista, e il volto dall’espressione austera risalta sul nitore dell’ampia gorgiera incannucciata.

Iscrizione: sul verso del dipinto in alto al centro, Caesar Aretusi bon. F. 1602

Scheda di Nicoletta Moretti tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.