• Titolo: Ritratto di Pio V
  • Autore: Anonimo emiliano
  • Data: Prima metà del XVII secolo
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: cm 67 x 52
  • Provenienza: ignota; già in Galleria nel 1874
  • Inventario: GN 888
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Nulla si sa di questo dipinto, che risulta menzionato per la prima volta nell’Inventario generale dell’Accademia del 1874 e successivamente in quello corrente della Galleria, i quali, senza aggiungere indicazioni sull’esecutore, testimoniano la presenza del ritratto nelle collezioni museali a partire dalla metà del secolo scorso.

Che l’opera rappresenti papa Pio V, al secolo Antonio Michele Ghisleri (1504-1572), è confermato sia dall’iscrizione a pennello che compare sul verso della tela, sia dai confronti con l’iconografia del pontefice, ampiamente diffusa attraverso i ritratti di Lavinia Fontana, di Bartolomeo Passerotti e di Scipione Pulzone.

Pio V, appartenente all’Ordine domenicano e salito al soglio pontificio nel 1556, si distingue ben presto nella politica riformatrice della Chiesa secondo i dettami tridentini, promuovendo anche la campagna contro i turchi, che porta alla vittoria di Lepanto nel 1571. Nel quadro della Galleria il papa, ritratto in età avanzata, appare effigiato con il capo coperto dal camauro e la mozzetta bordata di pelliccia, il volto scarno, caratterizzato dai tratti fisionomici piuttosto marcati e dall’intensità dello sguardo inquisitore, che l’anonimo artefice interpreta con una resa pittorica non priva di una certa ricerca naturalistica.

Lo scarso interesse suscitato fino ad ora dal dipinto troverebbe una ragionevole spiegazione nel fatto che la sua tipologia è quella tipica del ritratto di derivazione, destinato a una fruizione privata, che sembra di poter legittimamente circoscrivere all’interno di un convento. L’ipotesi troverebbe conforto nella mancanza di notizie precedenti alla prima metà dell’800, facendo presupporre la provenienza del quadro da uno dei conventi della città soppressi in epoca napoleonica, quando buona parte del patrimonio ecclesiastico, senza una precisa documentazione, è confluito all’Accademia di Belle Arti.

Bibliografia
Inventario 1874, n. 888
Scheda di Nicoletta Moretti, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.