Nel 1834 la tela era nella galleria dei Ritratti del Palazzo del Giardino; durante la dispersione del patrimonio ducale nel 1868 venne assegnata alla Biblioteca Palatina e da questa trasferita nel 1887 alla Galleria.

In passato si era creduto erroneamente che fosse un’opera di scuola spagnola raffigurante Margherita Violante di Savoia, prima moglie di Ranuccio II, mentre si tratta senza dubbio alcuno del ritratto della duchessa Margherita de’ Medici, moglie dal 1628 di Odoardo Farnese. Le sembianze della giovane duchessa sono note, infatti, attraverso altre tele del fiammingo Giusto Sustermans eseguite sia a Firenze all’epoca delle nozze, che a Parma, anche dopo la morte del marito. Fu proprio Margherita a chiamare più volte a Parma Sustermans, che si trovava nella capitale toscana al servizio dei Medici, il quale durante il suo primo soggiorno nel ducato farnesiano, documentato nel 1639, dipinse l’intera corte, realizzando anche un ritratto di Margherita simile a questo. Il quadro, seppure ben costruito nel volto e nel disegno del ricco e complesso ricamo dell’abito, è probabilmente una copia o replica di una versione in ovale, non ancora rintracciata. Rispetto ad altre opere autografe di Sustermans, si avverte una certa rigidezza nelle pennellate e una minor trasparenza nell’incarnato. La foggia dell’abito che esibisce Margherita in questo ritratto, interamente coperto di perle disposte a forma di giglio, simboli presumibilmente del suo nome, in latino margaritae, ci permette di pro-porre una datazione del dipinto intorno al 1640.

Iscrizioni: sul verso della tela, “395”; sulla cornice, “126”

Bibliografia
PIGORINI L., Catalogo della Regia Pinacoteca di Parma, Parma 1887, p. 51;
RICCI C., La R. Pinacoteca di Parma, Parma 1896, pp. 188-189;
QUINTAVALLE A.O., La Regia Galleria di Parma, Roma 1939, p. 217;
COLIVA A., in Le regge disperse, catalogo della mostra, Colorno 1981, p. 87.