L’originale di van Dyck si trova a Vienna, Kunsthistorisches Museum (Larsen 1980, n. 476; Larsen 1988, II, p. 254, n. 624) ed è un esempio notevole della produzione del secondo periodo anversese (1628-1632) quando furono i dignitari e i borghesi della sua città a beneficiare in maniera persuasiva della rinnovata libertà pittorica e della più approfondita analisi psicologica raggiunte dall’autore dopo l’episodio della ritrattistica aulica genovese e italiana.

Jan de Montfort fu infatti un personaggio importante nella sua città: diresse la zecca di Bruxelles fra il 1596 e il 1649 e coniò importanti medaglie commemorative, fra cui quelle di numerose teste coronate (Bodart 1977, p. 120).

Dell’originale vandyckiano esistono copie agli Uffizi (inv. 1436: Caneva in Catalogo… 1980, p. 565) e a Essen, Historische Sammlung Krupp, del ritratto fu ricavata anche un’incisione da Pieter de Jode e infine una derivazione a Brunswick (Maine), Bowdoin College, assegnata a John Smibert (1688-1751), probabilmente basato sulla copia degli Uffizi (Sanders 1984, pp. 312-318), dalla quale copia, a nostro avviso, potrebbe derivare, ma per mano diversa, anche questo dipinto.

Bibliografia
Glück 1931, p. 550; Bodart 1977, p. 120;
Caneva, in
Catalogo… 1980, p. 565;
Pietrogiovanna 1985-86, pp. 98-100
 
Scheda di Caterina Limentani Virdis, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.