- Titolo: Ritratto di bambino
- Autore: Annibale Carracci
- Data: 1585 ca
- Tecnica: Olio su carta applicata su tela
- Dimensioni: cm 29 x 20
- Provenienza: Parma, collezione Dalla Rosa Prati, 1851
- Inventario: GN412
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Proveniente dalla collezione Dalla Rosa-Prati, il quadretto entra in Galleria nel 1851 (Ricci 1896, p. 224).
L’attribuzione a “Scuola bolognese (sec. XVII)”, riferita da Ricci (1896, p. 224), è cambiata in quella di “seguace di Pier Francesco Cittadini” (Quintavalle 1939, p. 297). Esposto in mostra e pubblicato da Ghidiglia Quintavalle (1968d, p. 59) è ascritto ad Agostino Carracci. La pista risulta valida soprattutto per l’orientamento sterzato verso i Carracci. Il volto infantile è dipinto con una stesura sintetica e densa di impasto che richiama le critiche riportate da Malvasia (1678, ed. 1841, I, p. 274) sull’“operazione” di Palazzo Fava “buona sì, ma troppo strapazzata”, rivolte in particolare a “quel ragazzaccio di Annibale”, al suo “modo impaziente e poco pulito” quasi in “forma di primo sbozzo”. Il quadretto di Parma, a metà strada fra lo studio e il ritratto, parla di un’idea buttata giù in fretta, quasi colta al volo. Contribuisce a rafforzare questa impressione il supporto di carta che si fa sospettare da certe piegature sul dipinto, anche se la verifica è impedita dallo stato attuale del quadretto, con la tela disposta su una tavola di masonite chiusa all’intorno dalla cornice.
Il ritrattino trova analogie con i volti di bambini, di adolescenti, di giovani così frequenti nella grafica di Annibale Carracci. Per la presentazione immediata, avida di “verità” fisionomica e di materia può suggerire un confronto con le Cieche di collezione privata, studiate da Ottani Cavina (1987, pp. 89-99, figg. 141-142) che le riferisce al 1590 circa. Il Ritratto di bambino di Parma non è condotto con la meditata sapienza che caratterizza le Cieche e sembra convenire ad anni più precoci, forse sul 1585. Si è in prossimità della Famiglia Tacconi (Bologna, Pinacoteca Nazionale) di Ludovico Carracci e della malinconia di quei due fanciulli anche questo Bambino sembra partecipare.
Un po’ svelato in basso, il dipinto è impastato con colori caldi che svariano dal rosa acceso della carnagione al castano vellutato dell’abito, per accendersi nel luminoso colletto e nel rosso identico delle labbra e dei bottoni.