Sappiamo per certo che questo ritratto venne eseguito a Bruxelles nel 1557, dove il dodicenne Alessandro si trovava con la madre Margherita, che era stata nominata dal fratellastro Filippo II governatrice della turbolenta provincia delle Fiandre.
Il giovane principe era presto destinato a raggiungere Madrid, come sorta di pegno della fedeltà di Ottavio Farnese alla causa della monarchia asburgica, e dove sarebbe stato educato secondo i rigidi canoni dell’etichetta spagnola, distinguendosi ben presto per la notevole attitudine all’arte militare.
La duchessa si rivolse per il dipinto al più quotato ritrattista della corte di Bruxelles, Anthonis Mor, noto in Italia come Antonio Moro, protetto dal potente e raffinato cardinale Antoine Perrenot de Granvelle.
Destinato a diventare uno dei più grandi uomini d’arme del secondo Cinquecento, il giovane principe Alessandro qui è già raffigurato come un gentiluomo esemplare, abbigliato alla moda spagnola: indossa un elegantissimo costume giallo senape, le gambe coperte da calze, i corti pantaloni a sbuffo, la camicia di pizzo che si intravede al di sotto del farsetto imbottito, il corto mantello nero foderato di pelliccia, il cappello piumato, l’elegante spada al fianco.
Nient’altro, solo la figura umana è protagonista del dipinto: il modello è ad evidenza quello dei ritratti imperiali di Tiziano, ma la pennellata precisa e indagatrice, quasi freddamente analitica, che si sofferma con estrema cura su ogni singolo particolare, è quella di un pittore che non ha dimenticato le proprie radici fiamminghe.
Iscrizioni: “Antonius Mor pinx. A° M.V.cL.VII”; sul telaio, “n. 165”; sulla cornice: “122”; “162”
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