- Titolo: Ritratto del nano Giangiovetta
- Autore: Johann Gersmueter
- Data: 1606
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 159 x 115
- Provenienza: Roma, Palazzo Farnese; Parma, Palazzo del Giardino, 1662 circa; Accademia di Belle Arti, 1820; in Galleria nel 1865
- Inventario: 294
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: I fiamminghi
Il quadro è registrato con l’autentico soggetto ma senza il nome dell’autore negli inventari (1641 e 1653) di Palazzo Farnese a Roma, mentre è attribuito ad Alessandro Mazzola in un inventario del Palazzo del Giardino a Parma (verso il 1680).
Non venne portato a Napoli, rimanendo a Parma nel 1735-36, fu donato all’Accademia delle Belle Arti nel 1820 e infine giunse in Galleria nel 1865 con attribuzione a Girolamo Bedoli.
Esso è una delle rare opere assegnate a questo pittore d’origine fiamminga il quale, secondo alcuni documenti, avrebbe eseguito nel 1606 un ritratto del cardinale Odoardo Farnese e del prevosto Zoboli, intimo amico del fratello del duca di Parma.
Il nano Giangiovetta è documentato fra il 1597 e il 1599 nei conti per le spese di vestiario e nel quadro di Parma è effettivamente abbigliato in maniera molto elegante, la spada al fianco e la “goletta” da capitano. Sul tavolo, un libro, una sciarpa e i guanti ne sottolineano la cultura e il rango in funzione della valorizzazione del ruolo svolto alla corte farnesiana, per un personaggio dall’artista ingegnosamente mascherato per nasconderne la deficienza fisica – oltretutto corretta adattando le proporzioni degli elementi architettonici e del mobilio a quelle del modello – al fine di donargli una fisionomia normale.
L’attenzione per i dettagli dell’abito, ornato da ricami dorati, e al vaso trasparente dai fiori policromi sul camino, non è minore di quella per i lineamenti del viso, mossi a un’espressione sostenuta, energica, piuttosto malinconica, dai capelli ondulati e pettinati con cura, dettagli che evidenziano le caratteristiche minuziose dei pittori nordici. La maniera di Gersmueter ricorda infatti quella di artisti di corte come Frans Pourbus il Giovane, attivo in Italia fra il 1599 e il 1609, o quella, più modesta, di Giovanni Bahuet (circa 1552-1597), entrambi alla corte dei Gonzaga a Mantova.
Iscrizioni: sulla base della colonna destra, “IO. ES Gersmueter me Fe AO 1606 PO APR”; sul retro, sigillo dei Farnese con il numero “431”