- Titolo: Resurrezione di Cristo
- Autore: Jan Soens
- Data: 1590
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 310 x 200
- Provenienza: Parma, chiesa di San Francesco del Prato (cappella dei conti Riva); in Galleria nel 1805
- Inventario: GN205
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: I fiamminghi
Questa grande pala d’altare, firmata e datata in basso a sinistra, è opera del pittore fiammingo Jan Soens, senza dubbio una delle personalità artistiche più conosciute e significative al servizio dei Farnese.
Nato in Olanda a Bois-le-Duc verso il 1547, dopo l’apprendistato ad Anversa parte per Roma e vi giunge nel periodo in cui sono attivi pittori quali Girolamo Muziano, i fratelli Federico e Jacopo Zuccari, Denis Calvaert, Cornelis Cort e altri artisti fiamminghi. Nell’aprile del 1575 giunge a Parma dove riceve l’incarico di paesaggista alla corte ducale, incarico che mantiene fino al 1606: queste tappe sono fondamentali per comprendere l’importanza della fitta rete di scambi culturali che si instaurano dalla seconda metà del Cinquecento tra le Fiandre, Parma e Roma.
Diversi sono gli stimoli che Soens coglie dall’ambiente controriformato romano, da cui trae spunti per la realizzazione delle sue opere religiose: fra quelle più note eseguite nei primi anni di attività a Parma, oltre alle portelle d’organo con la Fuga in Egitto, la Madonna con il Bambino e angeli e S. Giuseppe che attinge acqua da una fonte per la chiesa di Santa Maria della Steccata, realizza anche questa Resurrezione per la cappella dei conti Riva nella chiesa di San Francesco del Prato.
Modello di questa pala è il quadro con lo stesso soggetto di Jacopo Zuccari nella chiesa di San Lorenzo nuovo a Viterbo. L’impostazione della scena religiosa è giocata sul ritmo delle diagonali divergenti tracciate da Cristo sospeso nell’aria e dagli armigeri distesi al suolo. L’interpretazione delle grandi figure in primo piano plasticamente definite e in pose contorte si rifà alle tipologie tardomanieristiche che aveva ammirato nelle opere degli Zuccari.
Il dipinto arriva in Galleria nel 1805, dopo che nel 1800 a causa delle soppressioni napoleoniche la chiesa di san Francesco del Prato era stata trasformata in carcere.
Iscrizione: “Joanes sons f. 1590”