Il busto raffigura Ranuccio II Farnese all’età di circa quarant’anni. Modellato sullo schema del celebre ritratto del duca di Modena Francesco I d’Este e di quello di Luigi XIV scolpiti da Gianlorenzo Bernini, è probabilmente un’opera di un allievo che interpreta quasi alla lettera gli insegnamenti del maestro, senza però eguagliarne la qualità dei risultati.

Scendendo più nei particolari si osservi, ad esempio, il trattamento dei capelli, in cui sono visibili le tracce dello scalpello dentato e fra le ciocche i solchi risultano profondi. Rispetto ai modelli berniniani torna la stessa contrapposizione del volgere della testa e il mantello è spinto come se ci fosse un forte vento nella direzione opposta. Le modalità dell’armatura e del fiocco arricciato intorno al collo sono riprese dal busto di Luigi XIV. Ma altri particolari, derivanti da una precisione da disegno non riconducibili alla mano berniniana, allontanano una diretta attribuzione all’artista: il taglio netto delle sopracciglia, i fori all’interno degli occhi vicino al ponte del naso, la linea netta delle labbra. Inoltre, il serpeggiare delle pieghe a bordi taglienti che formano tra loro figure trapezoidali, il non senso del panneggio sventagliato nel busto più tardo che sembra togliere solidità plastica al personaggio, sembrano confermare l’esecuzione dell’opera ad uno scultore bene addestrato nella tarda maniera del Bernini. Proveniente dalle collezioni ducali di Parma, il busto fu trasferito a Caserta da Carlo di Borbone nel 1734, dove rimase fino al 1943 quando entrò in Galleria Nazionale.