- Titolo: Personificazioni della Compassione, Carità, Aiuto e Amore del prossimo
- Autore: Jean-Baptiste Cousinet
- Data: 1782
- Tecnica: Gesso con anima di legno
- Dimensioni: Ognuna cm 250 h
- Provenienza: Parma, Ospedale della Misericordia
- Inventario: 2205, 2206, 2207, 2208
- Genere: Scultura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Arte sacra in Emilia 1600-1700
Ancora troppo poco si conosce della carriera e dell’attività di Jean-Baptiste Cousinet: nato nel 1743, probabilmente a Parigi, dovette giungere giovanissimo a Parma, dove divenne uno degli allievi migliori del Boudard, vincendo già nel 1761 il primo premio della classe di Scultura con un bassorilievo raffigurante un nudo maschile.
Alla morte di Boudard, nel 1768, passò sotto l’ala protettrice di un altro scultore francese installatosi a Parma, Laurent Guyard, continuando a lavorare per la Corte. Quello che appare maggiormente caratterizzare la sua maniera è il richiamo all’antichità classica, evidente anche in queste monumentali statue allegoriche, realizzate per decorare le quattro nicchie della crociera dell’Ospedale della Misericordia, poco dopo la ristrutturazione del complesso voluta da Don Ferdinando di Borbone. Le statue sono ciascuna in tre pezzi, modellando del gesso intorno a un’anima di legno, e poi tinteggiate a tempera a imitazione del marmo. Originali i temi e le soluzioni iconografiche adottate, a tal punto che, se non ci fossero le iscrizioni sulle basi, sarebbe assai difficile – credo – individuarne il preciso significato: Compassione e Carità sono due figure femminili, la prima porta la mano sinistra al petto e la seconda (con la consueta iconografia) tiene nella destra un cuore fiammeggiante e regge con la sinistra un fanciullo che sta allattando; Aiuto e Amore del prossimo sono invece due vecchi barbuti, il primo (con la testa laureata) regge un cuore con la destra e s’appoggia a un tronco carico d’uva, mentre il secondo è colto nell’atto di distribuire l’elemosina – con la sinistra tiene un sacco di monete e con la destra stesa ne porge una allo spettatore – e ha come sostegno ai piedi un pellicano che si squarcia il petto per nutrire i figli, tradizionale “figura” dell’amore e del sacrificio di Cristo per tutta l’umanità. È un incipiente aggiornamento in senso neoclassico quello che si legge in queste figure solennemente panneggiate all’antica, che si può spiegare soprattutto con le suggestioni offerte dalle dodici grandi figure marmoree d’età giulio-claudia emerse nel 1761 dagli scavi di Veleia, patrocinati con energia dall’illuminato primo ministro Du Tillot a partire dalla fine degli Anni cinquanta del secolo.