- Titolo: Paolo Toschi
- Autore: Carlo Raimondi
- Data: 1845
- Tecnica: Acquarello su carta avorio
- Dimensioni: cm 31,9 x 25,7
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti
- Inventario: 1164
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Il mito di Correggio
Il ritratto raffigura Paolo Toschi, grande incisore, uno tra i maggiori protagonisti della vita artistica e culturale del Ducato di Parma nell’Ottocento.
Nato a Parma nel 1788 frequentò l’Accademia di Belle Arti e a ventuno anni si trasferì a Parigi dove si specializzò nell’arte grafica. Tornato in città nel 1820, durante il governo di Maria Luigia diventa direttore dell’Accademia, un ruolo che lo terrà impegnato sia nella riorganizzazione della scuola che nel progetto di ampliamento della Galleria, seguito insieme all’architetto di corte Nicolò Bettoli, con la trasformazione di antichi ambienti farnesiani della Pilotta in nuovi spazi espositivi caratterizzati da ampi saloni di impostazione neoclassica e da sale più piccole e raccolte nella antica Rocchetta, destinate a glorificare il mito di Correggio. Proprio nell’ottica di far conoscere al mondo intero le grandiose imprese ad affresco del pittore emiliano, Toschi dedicò tutta la sua vita a copiarne e tradurne i massimi capolavori. Questo ritratto eseguito dal vero mostra l’artista al lavoro sotto la cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista impegnato a eseguire il disegno di uno dei pennacchi con il gruppo di Apostoli con San Giovanni Evangelista. L’acquerello di Carlo Raimondi, suo allievo e principale collaboratore, è reso con grande attenzione ai dettagli, dal velluto della giacca dipinto con morbide pennellate alla precisione descrittiva degli strumenti che accompagnano l’artista. Il bicchiere con i pennelli, la piccola tavolozza davanti al cavalletto, il foglio sotto la mano sinistra per proteggere il disegno abbozzato e poi l’oggetto certamente più curioso: il telescopio grafico, inventato nel 1811 da Cornelius Varley, per studiare la superficie degli affreschi e individuare le coordinate prospettiche per la trascrizione sulla carta ed evitando quelle deformazioni in cui altri incisori in passato erano incorsi. L’acquerello venne acquistato nel 1930 dalle eredi di Toschi grazie all’intervento del direttore della Galleria Antonio Sorrentino, che riteneva importante completare la sezione degli acquerelli di Paolo Toschi con il suo ritratto, e al sostegno economico della Banca del Monte di Pietà di Parma, dal momento che il Ministero aveva declinato l’offerta.