- Titolo: Paesaggio con predica di Cristo
- Autore: Jan Brueghel il Vecchio (attribuito a)
- Data: 1598 ca
- Tecnica: Olio su rame
- Dimensioni: cm 20 x 35
- Provenienza: Parma, collezione Sanvitale, 1834
- Inventario: GN247
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: I fiamminghi
Negli inventari storici della Galleria era riportato che questo dipinto su rame aveva la sigla “Jan Br. 98”, ma ridipinture e interventi precedenti alla sua entrata nelle raccolte della Pilotta ne hanno purtroppo compromesso la leggibilità, pertanto la firma e la data non sono più visibili. Tuttavia la qualità delle zone meglio conservate consente di proporne l’attribuzione al pittore fiammingo Jan Brueghel.
Il quadro raffigura una moltitudine di persone riunite all’aperto in un ambiente collinare al limite di un bosco profondo.
Apparentemente si tratta di un semplice ritrovo, ma osservando più attentamente si può notare la presenza di personaggi che non indossano i consueti panni dei paesani fiamminghi, posti in piena luce sulla sommità di una piccola altura al centro.
Come spesso accadeva in questo tipo di veduta la scena religiosa, spesso poco riconoscibile, era lasciata in secondo piano rispetto a tutto il resto. In questo caso probabilmente il soggetto potrebbe raffigurare una Predica di Cristo.
In tutto il primo piano, purtroppo a causa di passate ridipinture, restano solo pochi tratti a definire la capretta e il cane al centro. Sulla sinistra, invece, è possibile apprezzare i tipici gruppetti di stampo bruegheliano, frequenti nelle sue opere più tarde e particolarmente realistici nelle proporzioni: le dame in conversazione, il cavallo a sinistra e le tonalità rosate accostate ai gialli. La veduta di fondo, resa con un azzurro carico, che la patina del tempo ha virato in grigio-bruno, consente di cogliere ancora i delicati dettagli dipinti con minimi tocchi luminosi.
Al dato stilistico emerso dall’opera del dipinto si aggiunge anche una nota nell’inventario della famiglia Boscoli (1690), i nobili proprietari di un’importante collezione confluita nel 1711 in quella dei Sanvitale, in cui questo quadro era segnalato come opera di “Brugolo”, appellativo italianizzato di Jan Brueghel.