In questo incantevole paesaggio di Jan Brueghel, che conserva tutta la sua finezza originaria, la composizione, secondo una prassi seguita dai pittori fiamminghi nell’ultimo quarto del ’500, è divisa in due parti.

A sinistra alcune case di contadini sono dislocate lungo un dolce pendio, incorniciato da due gruppi di alberi e solcato da un ruscello; l’ambiente è animato da diversi pastori che accudiscono un gregge, mentre in primo piano al centro un gruppetto familiare si appresta a una sosta ristoratrice dopo le fatiche della mietitura.
A destra si apre una vallata ripresa con la classica prospettiva a volo d’uccello, punteggiata da contadini dalle dimensioni minute, immersi nel verde.
Oltre domina la luce che emerge da un magico azzurro: case, monti e paesi sono costruiti da sottilissime velature e tocchi di pennello sempre più lievi.
La familiarità di questa veduta con quelle datate e firmate dal maestro nel 1594, consente di avanzare una datazione di questo dipinto intorno a quegli anni.

Il rame del Complesso della Pilotta costituisce dunque un importante tassello per ricostruire l’attività dell’artista durante la sua permanenza in Italia e stabilisce i contorni della sua produzione.
Queste vedute, famose per la loro naturalezza selvatica, tipica dei pittori d’oltralpe, suscitavano un notevole fascino presso i nobili collezionisti contemporanei, come nel caso della famiglia parmense dei Sanvitale, che proprio in quel periodo cercava di assicurarsi opere di artisti fiamminghi per incrementare le proprie raccolte, allineandosi con le scelte collezionistiche dei Farnese, duchi di Parma e Piacenza.

Bibliografia
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