- Titolo: Nudo maschile
- Autore: Anonimo
- Data: XVII secolo
- Tecnica: Olio su carta incollata su legno
- Dimensioni: cm 27 x 11,2
- Provenienza: Ignota
- Inventario: GN 919/16
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
L’opera, di cui si ignorano la provenienza e la data di ingresso nelle raccolte della Galleria Nazionale, compare citata per la prima volta nell’inventario redatto nel 1938, dove viene menzionata come “Eva cacciata dal Paradiso terrestre, frammento di tavola fiacco e senza modellato”.
Nonostante il pessimo stato di conservazione del dipinto, sottolineato anche nell’inventario suddetto, risulta difficile identificare il personaggio rappresentato con una figura femminile.
La materia cromatica appare molto impoverita, non consentendo un’analisi precisa dei dettagli anatomici, tuttavia, dalla struttura fisica e dalla muscolatura appare piuttosto chiaramente un giovane nudo maschile.
L’inventario risulta alquanto impreciso anche per ciò che concerne la tecnica del dipinto, che non è stato realizzato su supporto ligneo ma su carta incollata successivamente su legno.
La presenza di tarlature che hanno forato anche la superficie della carta può forse aver tratto in inganno il compilatore dell’inventario.
Le dimensioni dell’opera e il supporto adottato fanno presumere che si tratti di un bozzetto o di uno studio ispirato a un repertorio di derivazione michelangiolesca, come suggeriscono le forme piuttosto solide e robuste della figura e la posa leggermente attorta del busto. Le cattive condizioni del dipinto rendono tuttavia pressoché impossibile il tentativo di definire l’ambito stilistico dell’autore.
Sfortunatamente anche il fondo, spulito e lacunoso, non consente di fare alcuna ipotesi sull’ambientazione della scena al fine di riconoscere il soggetto rappresentato. L’atteggiamento vinto del personaggio, con le braccia aperte e il capo reclinato sulla spalla, potrebbe riferirsi all’episodio della cacciata dei progenitori raffigurato nella volta della Sistina, a cui allude del resto anche l’inventario della Galleria, o forse a un altro episodio biblico dipinto da Michelangelo in una delle vele d’angolo: si tratta del Supplizio del malvagio Amàn, perfido ministro del re persiano Assuero, che finì appeso sulla forca per aver tramato contro Ester, giovane sposa ebrea del re, e il suo patrigno Mardocheo (Ester 3, 1-13; 7, 1-10).
Il soggetto, piuttosto inconsueto dal punto di vista iconografico, è stato riprodotto anche da Rubens, che utilizzò i disegni compiuti su questa e sulle altre figure della Sistina come spunto per diverse composizioni.
Una certa approssimazione nella resa anatomica e nella indagine espressiva del volto consentono invece di ravvisare in quest’opera lo studio accademico di un anonimo copista che si esercita su di un modello così illustre senza tuttavia produrre alcun esito di particolare notazione artistica.