Le misure identiche, l’uso degli stessi elementi stilistici e lessicali fa supporre che questo dipinto di Munari costituisca un pendant della tela Natura morta con mandola, calice e ciotola di vetro, porcellane, mele, eseguiti probabilmente tra il primo e il secondo decennio del Settecento, forse su diretta committenza dei Sanvitale, della cui collezione facevano infatti parte.

Anche qui il vocabolario utilizzato è relativamente limitato e gli oggetti sono scelti più per le loro qualità materiali e di reazione alla luce che per un’eventuale qualifica di suppellettili alla moda. Ad esempio le rustiche terraglie toscane, la cui splendente vernice aranciata riflette la luce e si sposa con la cromia degli agrumi, e le fragili porcellane, segnate dall’uso e dal tempo. Del tutto illusorio del resto è il risalto della rugosa scorza del limone o quello dei due vasetti addossati nell’ombra, come se davvero l’aria, e il tempo, circolassero nella tela. Anche le ciotole sono preferibilmente vuote, e i frutti vengono sbucciati, a esibire il pieno succoso dell’interno sotto il lucido involucro esteriore, mostrando però anche i segni di un progressivo deterioramento che lo scorrere del tempo porta inevitabilmente con sé.