Nel 1778 Vincenzo Guarana ripropone la sua candidatura al concorso di Pittura, riportando, come nell’anno precedente, il secondo premio.

Il tema del dipinto è tratto dal libro X dell’Eneide: il giovane Pallante, figlio amatissimo di Evandro, re degli Arcadi alleato di Enea, è ucciso in battaglia da Turno che lo trafigge e gli strappa quale trofeo la cinta preziosa. Sarà questa a scatenare più tardi la vendetta di Enea contro Turno. Rispettando le indicazioni esposte nel bando Guarana non omette nessuno dei particolari descritti per la rappresentazione del soggetto, ma adotta un taglio narrativo piuttosto originale, imperniando la composizione sulla figura di Turno, vista di spalle nell’atto di trionfare su Pallante. Nell’impostazione della tela, l’insolita presentazione di spalle del vincitore doveva avere la funzione di sottolinearne la brutalità e di focalizzare l’attenzione dello spettatore sul gesto della sottrazione delle spoglie del vinto, una scelta che, tuttavia, non fu apprezzata dai giudici. Più positivi i giudizi sulla particolare vivacità dei colori e delle pennellate. In effetti il pittore dimostra una notevole sensibilità cromatica, soprattutto nell’accostamento di azzurri accesi e di rossi, posti in un suggestivo contrasto con le tonalità chiare degli incarnati. Non del tutto autonomo, il suo linguaggio artistico è ancora legato ai modelli acquisiti nella bottega del padre, come si rileva, ad esempio, nelle figure di Giove, di Mercurio e delle Parche raffigurate nel cielo, debitrici delle invenzioni di Jacopo, largamente impiegate nelle decorazioni di soffitti illusionistici a Venezia.

Bibliografia
Atti…, vol. I, 1770-1793;
Benassi 1914, p. 161, nota 2, n. 18;
Allegri Tassoni 1979, p. 206, n. 400;
Pellegri 1988, pp. 151, 154;
Pallucchini 1995, p. 488
Restauri
1989 (Lab. Degli Angeli)
Mostre
Parma 1979