- Titolo: Matrimonio mistico di santa Caterina d’Alessandria con i santi Giuseppe, Giovannino, e angeli
- Autore: Girolamo Mazzola Bedoli
- Data: 1556
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 370 x 235
- Provenienza: Parma, ex chiesa del Carmine; in Galleria nel 1907
- Inventario: GN1079
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Dal Rinascimento al Barocco Ala Nord Alta
- Sezione espositiva: Girolamo Mazzola Bedoli pittore della maniera
- Sezione espositiva: Gli emiliani 1500-1600
Ricordata dal Vasari durante il suo soggiorno a Parma (1566), la tela viene così citata nelle Vite: “Nella chiesa de frati Carmelitani fece la tavola dell’altar maggiore che è molto bella”.
La tela, secondo l’accordo della committente, Ippolita Visdomini de Rossi e di padre Lodovico da Mantova, stipulato il 17 aprile 1556, sarebbe stata collocata nella ricostruita cappella principale della chiesa di Santa Maria del Carmine a Parma; per la somma pattuita di 960 lire imperiali, di cui 650 destinate all’esecuzione della tavola (Testi 1908). Nonostante Bedoli fosse impegnato nella decorazione della volta della navata del Duomo di Parma, nella Trasfigurazione per l’altar maggiore della chiesa di San Giovanni Evangelista e nell’Adorazione dei pastori nel catino sud della Steccata, con molti aiuti, promise di terminare l’opera in breve tempo; infatti un’iscrizione dedicatoria rintracciata dal Baistrocchi (1780, p. 73), quando il dipinto era ancora in situ fornisce un termine ante quem all’8 luglio 1556 per il compimento della tela, pagata al pittore il 13 dicembre dell’anno successivo (Pezzana 1825-1833).
La tela, rimasta nella chiesa fino al 1811, è ricordata sia dallo Zappata (1709?) che dal Ruta (1752), dal Baistrocchi (1780?) che dall’Affò (1784), e fu ceduta l’anno successivo, soppresso il convento, al marchese Filippo Dalla Rosa-Prati, erede della cappella (Testi 1908), nella cui raccolta la vede il Bertoluzzi (1830) che così la descrive: “…il quadro in tela… esistente già sull’altar maggiore della chiesa de’ Padri Carmelitani, ora soppressi, rappresentante la Nostra Signora col Bambino, che porge l’anello a Santa Caterina, e vari Angioletti, opera… del nostro… Girolamo Mazzola…”. L’ingresso del dipinto in Galleria risale al 19 ottobre 1907. L’opera è un omaggio incondizionato al Correggio, la cui influenza, assieme a quella esercitata dal Parmigianino, fu determinante e condizionante per tutta la carriera artistica del Bedoli: l’appassionata interpretazione del Correggio è manifesta nella Santa Caterina, ripresa dalla Maddalena della Madonna di san Gerolamo (inv. 351, scheda n. 149) mentre il “grappolo” di putti in alto deriva da quello della Madonna della scodella (inv. 350, scheda n. 150); anche la gamma cromatica ricorda quella delle due tele correggesche.