- Titolo: Masinissa re dei Numidi presenta il veleno a Sofonisba
- Autore: Vincenzo Guarana
- Data: 1777 (II premio)
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 88,5 x 134,5
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti
- Inventario: 563
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: L'Accademia
Il dipinto, che riporta il secondo premio al concorso bandito dall’Accademia nel 1777, è la prima opera nota di Vincenzo Guarana, figlio e allievo del più celebre Jacopo, uno dei più importanti pittori di decorazione d’interni del secondo ’700 veneziano.
Nato nel 1742 – come hanno recentemente stabilito le ricerche di Simone Guerriero (1998) – Vincenzo comincia la sua carriera all’ombra della bottega del padre, “l’ultimo pittore veneziano di qualità” (Aikema 1989, p. 195).
Fin dagli esordi, Vincenzo si cimenta nella pittura di storia e in quella religiosa, con un linguaggio efficacemente definito da Rodolfo Pallucchini “un recitativo in senso accademizzante” (1995, p. 488). La sua facilità narrativa verrà sempre apprezzata dagli Accademici di Parma: l’artista parteciperà altre due volte al concorso di Pittura (1778 e 1781), e in entrambe le occasioni riceverà il secondo premio riscuotendo giudizi molto favorevoli.
Nell’anno 1777 il soggetto proposto per il concorso è l’episodio del suicidio di Sofonisba, tratto da Appiano, autore alessandrino del I secolo d.C. (Storia romana, VIII, XXVII). Nel dettare il bando, gli Accademici raccomandano soprattutto un’efficace espressione degli affetti dei tre personaggi principali: dal volto di Sofonisba dovrà trapelare la “ferma risoluzione”, la vecchia nutrice dovrà essere “attonita” e Masinissa dovrà mostrare “il dolore, e la disperazione”.
Si prevede inoltre che la scena sia ambientata all’aperto, per dar modo al pittore di raffigurare anche i cavalieri romani mandati da Scipione al seguito del re. Vincenzo Guarana allestisce uno scenario inquadrato ai lati da architetture classiche, suddividendo l’azione in due gruppi simmetricamente bilanciati: Sofonisba, la nutrice e un paggio sulla sinistra, Masinissa e uno scudiero sulla destra. Al centro della composizione, in secondo piano, lo spazio è occupato da un gruppo di soldati romani.
Il pittore costruisce la scena sulla base di studiati contrappunti (il gesto della nutrice e quello di Masinissa risultano infatti quasi speculari, e la gamba sinistra della regina e quella del re si trovano in una posa identica), ponendo la massima attenzione alla rappresentazione delle passioni. Se il rapporto fra le proporzioni delle figure e degli elementi architettonici appare ancora alquanto sbilanciato, più convincente risulta l’uso dei colori, in particolare l’accattivante accostamento dei rossi e degli azzurri a contrasto con il bianco della veste di Sofonisba. Questa qualità non sfugge agli Accademici, che nel verbale della distribuzione dei premi, avvenuta il 6 luglio 1777, esprimono un giudizio favorevole riguardo a “contrasto di lumi, tinte vivaci ed armoniche, andar delle pieghe ricco e leggiadro” e naturalmente alla corretta espressione degli affetti; non mancano tuttavia di sottolineare l’inopportunità dell’inserimento della figura non prevista del paggio e della collocazione dei personaggi nello scenario della reggia e non nel campo di Scipione, come prescritto. L’anno successivo, il primo premio sfuggirà di nuovo a Guarana, proprio a causa della sua tendenza a interpretare con eccessiva libertà il soggetto (cfr. scheda n. 755).