Il quadro che nel 1794 ottenne il secondo premio con votazione unanime di tutti gli Accademici era opera di un ragazzo di soli quindici anni, Bénoit Pécheux, figlio e allievo di Laurent, ritrattista alla corte dei Borbone di Parma dal 1765 al 1776.

Il giovane Benoît, dimostra con quest’opera di padroneggiare con una certa abilità i riferimenti iconografici desunti dalla tradizione pittorica emiliana del ’500 e del ’600. Al centro dell’azione il gruppo con il martirio del santo è una evidente citazione della Crocifissione di san Pietro dipinta da Guido Reni, oggi in Pinacoteca Vaticana. Gli spettatori, tutti concentrati intorno alla scena principale, sono descritti con grande naturalezza e vitalità e si riferiscono a modelli carracceschi. Dal Guercino il pittore deriva la luce che attraversa la scena mettendone in risalto la drammaticità, nonché i profondi accordi tonali di blu e verde. Alle spalle degli sgherri, l’artista evoca l’immagine di una Roma imperiale chiusa nelle mura, al di sopra delle quali si levano la cupola del Pantheon, la Colonna Traiana e la Piramide Cestia. Da questo fortunato esordio Benoît Pécheux proseguì la sua carriera con importanti incarichi e docenze accademiche; dal 1820 in poi si trasferì in Francia dove realizzò dipinti a soggetto storico e celebrativo e decorazioni in alcune chiese importanti.

Bibliografia
Cirillo – Godi 1979d, p. 38;
Pellegri 1988, pp. 287-288
Restauri
1989 (Lab. Degli Angeli)
Mostre
Parma 1979