All’epoca della spoliazione sabauda, il dipinto – a differenza di altri ritratti delle collezioni ducali – rimase a Parma presso l’Amministrazione provinciale e nel 1891 passò alla Regia Galleria.

L’8 gennaio del 1765 Pécheux era partito da Roma per raggiungere la Corte dei Borbone, su insistente invito del ministro Du Tillot che si era rivolto all’artista lionese per avere un ritratto dal vero della principessa Maria Luisa da inviare ai reali di Spagna. Maria Luisa, figlia di Don Filippo e dell’Infanta Luisa Elisabetta di Francia, era, infatti, stata promessa nel 1764 al cugino Carlo, principe delle Asturie, figlio del re di Napoli e poi di Spagna, per consolidare le alleanze della casa Borbone. Le nozze di Maria Luisa furono celebrate a Madrid nel settembre del 1765 ed era imminente il suo viaggio verso la penisola iberica. Pécheux mostra di saper dominare con delicata sensibilità e grande virtuosismo cromatico, ancor più delle grandi tele, la materia pittorica, usando una tavolozza dalle tonalità chiare, sia nel tessuto dell’abito azzurro, che nel disegno prezioso delle trine e della ghirlanda di rose. Nella tradizione della ritrattistica francese dedotta da maestri di grande prestigio come Nattier, Boucher, o Quentin de La Tour, Laurent Pécheux adotta una posa in primissimo piano ponendo Maria Luisa, raffigurata a mezzo busto, leggermente in diagonale, in uno spazio aperto vicino ad alte siepi di un giardino non identificabile.

Bibliografia
Ricci 1896, p. 212;
Bédárida 1928 ed. 1986, vol. II, p. 494;
Bollea 1936, p. 44;
Quintavalle A.O. 1939, p. 261;
Stanga 1946, p. 283;
Ghidiglia Quintavalle 1960, p. 37;
Rosenberg 1979b, p. 163;
AA.VV. 1979c, p. 122;
Moretti 1995, p. 49;
González Palacios 1996, p. 29
Restauri
1933 (C. Cattani)
Mostre
Torino 1963;
Parma 1979