Il piccolo quadro è stato restaurato di recente, ma reca sempre i segni di un’abrasione profonda delle superfici pittoriche. Come attesta l’iscrizione sul verso, nel ’700 il quadro fu creduto opera del Parmigianino.

Un secolo dopo era stato attribuito a Ercole Procaccini il Vecchio (Martini 1872, p. 86 e 1875, p. 35; Pigorini 1887, p. 40). Ricci lo catalogò come appartenente alla Scuola del Parmigianino (1896, p. 423) e il Sorrentino suggerì un’attribuzione a Giulio Cesare Procaccini (1931, p. 27).

Il Quintavalle pubblicò il dipinto come “tardo imitatore del Parmigianino” (1939, p. 270). Di recente, Rosci ha stabilito il rapporto fra questo bozzetto e le figure sulla destra nel Miracolo di Carlino Nava, uno dei quadroni dipinti nel 1610 da Giulio Cesare Procaccini per le decorazioni del Duomo milanese in occasione della canonizzazione di Carlo Borromeo (1993, pp. 68-69). Nonostante i danni che ne compromettono la lettura, il quadro sembra piuttosto opera della bottega del Procaccini, basata sul quadrone del maestro.

Bibliografia
Martini 1872, p. 86;
Martini 1875, p. 35;
Pigorini 1887, p. 40;
Ricci 1896, p. 158;
Sorrentino 1931a, p. 27;
Quintavalle A.O. 1939, p. 270;
Rosci 1993, pp. 68-69, sotto n. 6a, fig. XI;
Fornari Schianchi 1994, p. 37
Restauri
Parma 1998 (Lab. Sopr. BAS)
Scheda di Nancy Ward Neilson, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.