- Titolo: Madonna in lettura col Bambino dormiente
- Autore: Anonimo emiliano
- Data: prima metà secolo XVII
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: cm 53 x 43,5
- Provenienza: Ignota
- Inventario: GN 821
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
L’opera versa in mediocre stato di conservazione. In passato ha subito un intervento di restauro nel corso del quale è stata eseguita la foderatura ed è stato provveduto alla sostituzione del telaio. Sulla tela di rifodero è stata riportata una etichetta ottocentesca con il numero d’ordine dell’inventario.
La tela è stata rifilata lungo i quattro lati. Sono visibili le marcature del precedente telaio e i segni di una grave lacerazione in alto a destra. La pellicola pittorica è impoverita da numerose piccole lacune, non integrate dal restauro.
L’opera non risulta essere stata finora oggetto di studio e la sua vicenda critica si esaurisce nella registrazione inventariale: “Ignoto emiliano del XVII secolo”. Non si conosce inoltre l’occasione del suo ingresso nella Galleria Nazionale, risalente con tutta verosimiglianza al secolo scorso.
Dell’immagine colpisce in primo luogo la componente fortemente arcaica, di sapore quasi quattrocentesco. La rigidità della Madonna e la naturalezza dell’espressione del Bambino abbandonato nel sonno richiamano invenzioni che si incontrano frequentemente nel repertorio veneto di secondo ’400. Le ombre bituminose, l’accentuato contrasto luministico che fa risaltare la macchia scura del libro contro la luminosità che investe il Bambino, le forme ampie e solenni e il ricco impasto pittorico denunciano una situazione stilistica riferibile ai primi decenni del ’600, come se l’artista avesse voluto interpretare con gli strumenti tecnici moderni una antica devozione forse sollecitata da un’immagine venerata sulla quale la tradizione aveva convogliato manifestazioni di culto.
Si può confermare, allo stato attuale delle conoscenze, il riferimento a ignoto pittore emiliano in quanto l’immagine arcaica sembra appartenere a quell’area di silenziosa, immota produzione figurativa intimamente legata agli schemi prediletti dalla Controriforma che agli inizi del secolo, sulla traccia delle invenzioni di Bartolomeo Cesi e di Ludovico Carracci, hanno incontrato una certa fortuna presso alcuni artisti bolognesi educati nell’Accademia degli Incamminati, sensibili nello stesso tempo, anche per personali esperienze, agli esiti della pittura toscana di Santi di Tito, Passignano, Poccetti, Empoli e Cigoli.
Di quella religiosità severa e iconica Lucio Massari si fa interprete esemplare nella pala della chiesa di Santa Maria dei Poveri a Bologna risalente al 1604 dove l’immagine della Madonna che tiene il Bambino fasciato tra le braccia ha sollecitato nella critica il ricordo di modelli mantegneschi, mentre Alessandro Tiarini, allievo in Toscana di Domenico Passignano, se ne fa portatore nella sua pittura meditativa dai toni sommessi.
La tela della Galleria Nazionale riflette molto da vicino la concezione tiariniana della pittura: un’immagine caratterizzata da una religiosità sobria e popolare che si appoggia alla descrizione naturalistica del bambino dormiente, nello stesso tempo elevata da un tono severo e da una profonda sacralità per la consapevolezza esemplare della Madonna in lettura che ricorda l’affresco di Bartolomeo Cesi con la Madonna incinta in lettura già nella chiesa della Madonna di Miramonte a Bologna e ora nel chiostro della Madonna presso la Certosa. Il sottile grafismo che insiste nelle fitte pieghe del drappo attorno al corpo del Bambino e del velo che copre la testa della Vergine, come pure l’impasto pittorico sottile e magro impediscono un diretto riferimento ad Alessandro Tiarini. È probabile una datazione attorno al 1620.