• Titolo: Madonna col Bambino sotto una piccola abside e sopra un alto trono, adorata da san Giuseppe Colasanzio, fondatore degli Asili d’Infanzia, e da diversi fanciulli cantori
  • Autore: Francesco Pescatori
  • Data: 1842
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: cm 169 x 117
  • Provenienza: Parma, Asili d’Infanzia; in Galleria dal 1878; in deposito presso il Comando provinciale dei Carabinieri
  • Inventario: Inv. 2216
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Ottocento a Parma

Ordinato da Maria Luigia d’Asburgo, questo dipinto fu destinato agli Asili d’Infanzia, una delle emanazioni della munificenza ducale. Il soggetto dichiara, nei quattro soavi fanciulli in diversi atteggiamenti devoti, la vocazione protettiva e pedagogica dell’Istituto. Il senso di pacato, affettuoso dialogo fra le figure, accentuato dalla luce soffusa, appare metafora dell’auspicata ricomposizione degli squilibri sociali attraverso l’assistenza ai bisognosi. Alla traduzione visiva di tale politica il pittore poté accostarsi con la motivazione dell’esperienza quale figlio e congiunto di artigiani modellatori di mezzi modesti, cui tuttavia l’accesso gratuito all’istruzione accademica aveva consentito di coltivare il proprio talento fino a fruire di precoci commissioni pubbliche.

Il quadro piacque e uscì da Parma, oltrepassando la soglia della contingenza, per essere esposto nel 1843 a Brera, il centro di più vivace attività artistica patrocinata dal governo austriaco, e, nel 1861, all’Esposizione italiana di Firenze (ricordato imprecisamente come San Vincenzo de’ Paoli che raccomanda i fanciulli alla Vergine). L’ampia abside che racchiude la scena, limitata da due paraste a bassorilievo e da un catino a mosaico con angeli che reggono una corona su fondo oro, indica la permanente attenzione del Pescatori per la pittura veneta. La prospettiva, lo schema e la figura assisa sono ripresi dalla pala di Cima da Conegliano Madonna col Bambino in trono e i santi… (inv. 360; cfr. Viola 1997, p. 140) della cappella Montini del Duomo di Parma, all’epoca – dopo la tappa nel Louvre napoleonico dal 1803 al 1815 – conservata nella galleria della Ducale Accademia di Belle Arti, nucleo originario della futura Galleria Nazionale. Tale ascendenza fu evidente ai contemporanei e venne segnalata sulla “Gazzetta privilegiata di Milano” da un commento di Angiolo Lambertini. Pescatori arricchì il modello con echi da Giorgione e Correggio nello sfumato delle ombre, negli incarnati e nelle variazioni tonali dal manto blu e dalla veste rossa della Vergine, alle tuniche dei fanciulli e alle lastre di marmo rosato, per un rapporto non pedissequo con le proposte puriste veicolate a Parma negli stessi anni da un Francesco Scaramuzza o un Giovanni Tebaldi, pittori coetanei o di poco maggiori.

Bibliografia
Scarabelli Zunti, Documenti…, fine del XIX secolo, vol. IX, c. 213;
“GP” 24 settembre 1843, p. 308;
Lambertini 1843, p. 1027;
Negri 1852, p. 60;
Passerini 1862, p. 60;
Pigorini 1887, pp. 3, 22;
Ricci 1894, pp. 42-43;
Ricci 1896, p. 178;
Pelicelli 1906, p. 93;
Pelicelli 1912a, p. 55;
Sorrentino 1931b, p. 26;
Battelli 1932, p. 244;
Pelicelli 1932, vol. XXVI, p. 460;
Copertini 1954a, pp. 165-166 e tav.;
Copertini 1971, pp. 50, 150 note;
Mecenatismo… 1974, pp. 42-43;
Bénézit 1976, vol. VIII, p. 245;
Pinto 1982b, p. 989 e tav.;
Sacchelli 1996, p. 5;
Lasagni 1999, vol. III, p. 879;
Barocelli 2000, p. 118
Mostre
Parma 1842;
Milano 1843;
Firenze 1861;
Colorno 1974
Antonio Musiari, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.