Nel catalogo del Martini (1875) il dipinto è così descritto: “Nostra Donna sulle nubi col Bambino fra gloria d’Angeli; due Santi Domenicani, una Santa, ai piè della quale un leone accosciato”. Lo schema compositivo della tela, proveniente dalla chiesa di San Domenico a Parma, riflette quello della Madonna col Bambino e santi di Capodimonte (inv. 512) databile al 1617, con evidenti richiami al Lanfranco. Ma qui lo spazio è più mosso, la Santa Caterina inginocchiata in basso a destra introduce la scena, i tre santi a sinistra, eretti, accennano alla Madonna col Bambino sulle nuvole, mentre in basso in lontananza la Sacra Conversazione si perde in un paesaggio come nel dipinto di Capodimonte.

Esposto a Parma alla mostra dei Tesori nascosti, è stato così commentato dalla Ghidiglia Quintavalle (1968): “riflette chiaramente lo Schedoni, specie nell’intenso colore e nelle limpide trasparenze delle ombre, e i Carracci, in particolare Annibale, ma rivela la sua autonoma personalità nella particolare tonalità, nell’equilibrio compositivo, nel profondo paesaggio”. Carel van Tuyll (1983), che a più riprese si è occupato della produzione pittorica del Badalocchio, data la tela ragionevolmente al 1613-14.

Bibliografia
Grassi XVIII secolo, p. 432;
Descrizione… 1725, p. 50;
Affò 1794b, p. 111;
Toschi 1825, p. 9;
Pigorini 1827, p. 12;
Martini 1875, p. 12;
Ricci 1896, p. 157;
Quintavalle A.O. 1939, p. 280;
Salerno 1958, p. 62;
Ghidiglia Quintavalle 1968b, pp. 53-54;
van Tuyll 1983, p. 472, n. 31;
Pirondini 1995, p. 92
Restauri
1962
Mostre
Parma 1968
Scheda di Mario Di Giampaolo, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.