• Titolo: Madonna col Bambino e san Giovannino
  • Autore: Domenico Piola
  • Data:
  • Tecnica: Olio su rame applicato su legno
  • Dimensioni: cm 36 x 28
  • Provenienza: Ignota
  • Inventario: GN 401
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

L’Inventario manoscritto non reca alcuna notizia riguardo la provenienza dell’opera, riferendo solo che il rame è in Pinacoteca da prima del 1875.

Nella stessa fonte il dipinto, che il Ricci assegna genericamente a “Scuola parmense”,  è attribuito con maggior dettaglio cronologico e stilistico a “Scuola parmense degli inizi del XVII secolo”, con derivazione da Correggio e dai Carracci. Tale giudizio trova una ragione nella nuova attribuzione a Domenico Piola, forse con la probabile, limitata presenza di un aiuto (il figlio Anton Maria?) nel volto della Vergine e nelle due testine alate in alto a sinistra, anche se le limitate dimensioni del rame tenderebbero razionalmente a escludere una collaborazione. L’accostamento ad Anton Maria potrebbe essere proposto per la sua pedissequa imitazione, a volte addirittura sdolcinata, dell’arte del padre, nota dalle fonti e altri studi (Cabella 1994, pp. 28-30, tav. 1, con bibl. prec.).

La ricca e multiforme opera del maestro, regista della Casa Piola che informa di sé l’arte genovese lungo due generazioni, conosce anche un momento emiliano durante il 1684-1685: in seguito al bombardamento francese su Genova e alla distruzione della bottega in salita San Leonardo (Ratti 1768-69, II, p. 41), Domenico intraprende un viaggio nel settentrione alla ricerca di commissioni in attesa della ricostruzione della casa-studio, accompagnato dai figli Anton Maria, Paolo Gerolamo – che alla sua morte subentrerà nella conduzione della bottega (Toncini Cabella 1997, pp. 121-138, con bibl. prec.) – e da collaboratori come Rolando Marchelli (Toncini Cabella 1996, pp. 375-407).

Principale testimonianza del soggiorno è la fonte settecentesca rattiana: la scansione temporale e operativa resta ancora largamente da chiarire, accanto alle poche opere che sussistono fra cui, proprio nel parmense, è il Davide con la testa di Golia a Soragna pubblicato da Godi (1973a, pp. 82-83, fig. a p. 85). Lo studio e la riflessione di alcuni artisti genovesi sull’arte emiliana, segnatamente correggesca e carraccesca, sono del resto già stati evidenziati da tempo (Gavazza 1990, pp. 55 sgg. con bibl. prec.) e il presente dipinto ne costituisce testimonianza. La lucentezza della materia, dovuta anche al particolare supporto, la dolcezza e la pennellata suggeriscono un fare piolesco “maturo”, pienamente ascrivibile agli Anni ottanta; la grafia quasi “miniaturistica” non raggiunge tuttavia l’autocompiacimento calligrafico che sarà invece proprio a Paolo Gerolamo Piola, ad esempio nel Sant’Antonio da Padova col Bambino a Verezzo (Toncini Cabella 1994-95, p. 139, figg. 8-9).

Bibliografia
Ricci 1896, p. 159
Scheda di Alessandra Toncini Cabella, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.