Come per il precedente dipinto, la quasi totale fedeltà di questa tela al testo autentico consiglia di ritenerla una replica eseguita “dal vero”, dunque negli anni, dal 1622 al 1734, della permanenza a Parma dell’originale prima presso il Palazzo del Giardino, poi presso la Ducale Galleria.

Sul retro della tela, rinforzata ai lati ma non rintelata, una targa a stampa del Comune di Parma fornisce un’indicazione di provenienza dalle collezioni municipali.

La traduzione paesaggistica e architettonica (con la presenza di un castello e altri edifici, fronde e picchi montuosi ben delineati) dei vaghi fondali parmigianineschi, la lettura grafica e dettagliata delle forme, l’accensione cromatica rispetto ai colori chiari e un po’ polverosi della tempera, fanno immaginare un autore largamente influenzato dalla tradizione fiamminga.

Scheda di Luisa Viola da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.