• Titolo: Madonna col Bambino e san Giovannino
  • Autore: Michelangelo Anselmi
  • Data: 1520 circa
  • Tecnica: Olio su tavola
  • Dimensioni: cm 46,8 x 37,1
  • Provenienza: Parma, collezione Dalla Rosa- Prati, 1851
  • Inventario: GN41
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Malgrado il cattivo stato di conservazione in cui si trovava, la piccola tavola entrò in Galleria dalla collezione Dalla Rosa-Prati sotto il nome di Anselmi; tale attribuzione è stata ribadita in tutti i vecchi cataloghi della nostra Galleria – in particolare Quintavalle (1939) ha rilevato come peculiari del maestro senese l’espressività, il colore ambrato degli incarnati, il fondo boschivo – per essere definitivamente confermata dopo il restauro del 1961.

Nel Museo di Capodimonte è conservata una tavola dello stesso Anselmi simile alla nostra che Leone de Castris (1994, p. 84) identifica col “quadretto in tavola con la Madonna, Bambino e San Giovannino” citato nella “Seconda stanza dei quadri”  in Palazzo Farnese a Roma dall’inventario del 1653.

Il dipinto in esame – datato dalla Ghidiglia Quintavalle (1960b) fra 1527 e 1532 – mostra una convinta adesione al linguaggio correggesco particolarmente evidente nell’articolato equilibrio della composizione, nella dinamica circolarità dei gesti e degli sguardi che stabilisce un’intima relazione tra le figure, nella tenera espressione dei volti che conferisce umana naturalità alla scena sacra. La piccola tavola di Correggio col medesimo soggetto oggi conservata al Prado è quasi certamente il prototipo a cui Anselmi si ispirò: quasi identiche sono le dimensioni dei dipinti; identica la disposizione in primo piano dei personaggi che campeggiano, a figura intera, su un fitto sfondo boschivo nel quale si apre un luminoso squarcio su un profondo paesaggio; identica la scelta di associare in un’unica rappresentazione l’antico motivo iconografico della Madonna dell’umiltà,  che vuole la Vergine seduta a terra con il Figlio in grembo, all’episodio dell’incontro fra Cristo e Giovanni Battista fanciulli avvenuto – secondo una tradizione apocrifa piuttosto diffusa – durante la fuga verso l’Egitto. Nel dipinto di Anselmi viene inoltre data una particolare sottolineatura al significato simbolico di questo incontro poiché il San Giovannino reca con sé una sottile Croce e un morbido cartiglio su cui è ben leggibile la scritta Ecce Agnus Dei che chiaramente alludono al salvifico sacrificio di Cristo.

La tavoletta di Parma mostra, tuttavia, ben chiaro come in Anselmi l’accostamento a Correggio non si trasformi mai in imitazione, ma si integri al suo originario ductus manierista: la stesura pittorica resta nervosamente sfrangiata, le figure mantengono un allungamento lontano dalla norma classica, le pose e i gesti conservano un fondo di astratta sinuosità dando luogo a quella singolare e raffinata interpretazione del naturalismo correggesco che costituisce una delle specifiche cifre dello stile di Anselmi.

Scheda di Patrizia Sivieri tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Cinquecento, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.