• Titolo: Madonna col Bambino
  • Autore: Francesco Stringa
  • Data:
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: cm 51,5 x 39,8
  • Provenienza: Calestano (Parma), dono di Giuseppe Pagani, 1939
  • Inventario: GN 1456
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

Il dipinto versa in discreto stato di conservazione. Eseguito su tela, è montato su un pannello di legno pressato. I ritocchi alterati lasciano supporre un vecchio restauro risalente a qualche decennio fa.

Questi sono facilmente individuabili vicino all’occhio della Madonna, fra il naso e la bocca, sul petto del Bambino nella zona vicino alla crocetta e ancora sul suo fianco in un’area che tocca anche il braccino sollevato. Analoghi danni, ma di maggiore estensione, sono riconoscibili sul fondo scuro e lungo il bordo inferiore.
Nulla si conosce della storia antica di quest’opera, prima della donazione alla Galleria Nazionale da parte di Giuseppe Pagani di Calestano il 24 aprile 1939.  La tradizionale attribuzione ad Agostino Carracci è stata sostituita da quella in favore di Giulio Cesare Amidano (Ghidiglia Quintavalle 1968b, pp. 52-53).

Non è difficile riconoscere che la datazione cade nel maturo ’600, in epoca ben lontana dagli anni di attività sia di Agostino Carracci che scompare nel 1602, sia del fratello Annibale, sia del più longevo Ludovico, loro cugino, che scompare nel 1619. La grazia con cui la Madonna sfiora la spalla del Bambino, e il gesto di quest’ultimo che le saggia il dito medio sono indizi di una sensibilità neocorreggesca che trae spunto dalla pittura del giovane Carlo Cignani poco dopo la metà del ’600 e nello stesso tempo rinvia a pensieri di Ludovico Lana. Tali aspetti fanno convergere l’opera nell’area dei ducati emiliani, in particolare nell’ambito della produzione di Francesco Stringa, pittore ufficiale della corte estense che eredita l’incarico di direttore della Galleria del duca precedentemente tenuto da Flaminio Torri (Guandalini 1986, pp. 125-135).

L’ipotesi attributiva in favore del maggiore pittore modenese del ’600 appare confermata da alcuni confronti, ad esempio con l’analogo tema della Madonna dormiente col Bambino della Galleria Estense, altra immagine di struggente tenerezza; ma anche con la tela orizzontale della chiesa parrocchiale di Vignola con la Madonna, il Bambino e santi caratterizzata da un’analoga resa psicologica oltre che dalla medesima disposizione della luce che distende penombre trasparenti sulle labbra e sulle guance della Madonna. Il Bambino a sua volta può essere confrontato con analoghi putti; ad esempio con il Bambino dipinto da san Luca fra le braccia della Madonna in una tela della Biblioteca Maldotti, opera peculiare dell’artista e ancora sconosciuta, mentre il disegno spezzato del copricapo della Vergine segue il ductus caratteristico di Francesco Stringa, ben esibito, sia pure con maggiore nervosità, nella tela con la Visitazione del Museo Civico di Modena.

Bibliografia
Ghidiglia Quintavalle 1968b, pp. 52-53
Restauri
1967-68
Mostre
Parma 1968
Scheda di Angela Mazza, tratta da Fornari Schianchi L. (a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere Il Seicento, Franco Maria Ricci, Milano, 1999.