- Titolo: Madonna col Bambino
- Autore: Anonimo emiliano
- Data: Prima metà del XIV secolo
- Tecnica: Affresco
- Dimensioni: 204 x 90
- Provenienza: Piacenza, chiesa di San Lorenzo (presbiterio, parete di destra); in deposito presso il Museo Civico di Piacenza
- Inventario: GN2059
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Dal Medioevo a Leonardo Ala Ovest
L’affresco, delimitato da sottili cornici rosse, verdi e bianche, rappresenta la Madonna col Bambino vestita di giallo e di blu soppannato di bianco.
La Vergine regge con entrambe le mani e con il mantello il Bambino che pare conversare con lei.
Nel volto perfettamente ovoidale della Madonna, evidenziato dalla leggera ondulazione del manto, spiccano tratti somatici netti e definiti, temperati tuttavia dalla profonda dolcezza dello sguardo.
La cornice piatta che corre lungo i lati è rifinita nella parte superiore con un’arcatura trilobata decorata con due gigli. La figura femminile al centro ha i capelli raccolti in trecce e una corona a fascia, indossa una lunga veste trattenuta in vita e fittamente pieghettata e un mantello fermato sul petto, tiene la mano destra alzata in atto benedicente, mentre con la sinistra regge un libro. Ai suoi lati due figure più piccole sembrano reggerle il mantello; infine, alle estremità, due oranti inginocchiati tendono le mani congiunte nell’atto della preghiera.
Secondo la Ghidiglia Quintavalle l’opera, del quarto o quinto decennio del ’300, sembra ancora legata alla tradizione bizantina e a forme duecentesche nella sua stilizzata immobilità.
La Lottici Tessadri vi ravvisa legami con una Madonna col Bambino nella chiesa di San Francesco di Reggio Emilia, datata 1356, nella staticità della figura e nei tratti somatici fortemente delineati.
La tenera annotazione naturalistica del gesto del Bambino, nonché la struttura pesante del corpo e del collo, corto e tozzo, sembrano tradurre in maniera superficiale e modesta modelli assai più importanti e complessi, quali ad esempio quelli del Maestro del Coro di Sant’Agostino di Rimini.