- Titolo: Madonna adorante il Bambino con i santi Francesco e Chiara al cospetto dell’Eterno e angeli
- Autore: Anonimo lombardo
- Data: Ultimo decennio del XV secolo
- Tecnica: Oro graffito su vetro
- Dimensioni: 42 x 26
- Provenienza: ignota; già in Galleria dal 1852
- Inventario: GN449
- Genere: Arti decorative
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Arte in Lombardia 1400-1500
Dopo una serie di riferimenti ad anonimi miniatori lombardi della fine del ’400, con particolari sottolineature sulla dipendenza foppesca (Toesca 1908) o sugli agganci a Leonardo da Besozzo per la parte superiore (Rosa 1956), la raffinata anconetta è stata attribuita ai fratelli Filippo e Ambrogio Bevilacqua dalla Pettenati (1978).
La studiosa si è soffermata su confronti con la produzione pittorica di Ambrogio, in quanto nulla ci è pervenuto di Filippo, rilevando inoltre le analogie con la produzione miniatoria non solo milanese, “ma nei vari centri della Lombardia”. Più recentemente invece la Zambrano (1992) si è occupata dei caratteri stilistici della cornice lignea a edicola, stabilendo significativi paralleli sia con dipinti che con oreficerie lombarde dell’ultimo decennio del ’400.
Non mi sembra invece che sinora sia stato dato eccessivo rilievo allo stemma della famiglia Pallavicino che appare, sorretto da due angeli, nella lunetta: sarebbe infatti di un certo interesse – anche se, allo stato attuale, solo in via ipotetica – poter collegare il prezioso manufatto con la committenza di Carlo Pallavicino, vescovo di Lodi dal 1456 al 1497. Le caratteristiche dell’opera, infatti – al di là dell’influsso foppesco (ma del Foppa pavese della pala Bottigella, 1486-87), di una certa aria di famiglia con gli affreschi di Agostino de Mottis in San Pietro in Gessate a Milano, e dei richiami, nella zona superiore, alla sensibilità più “umbratile” delle grandi imprese decorative della cappella ducale del Castello Sforzesco di Milano e della Camera delle Reliquie nel Castello di Pavia – potrebbero corrispondere a un certo panorama pittorico di un’area ben definita della Lombardia fra Milano, Pavia e Lodi. Soprattutto in quest’ultimo centro operano artisti vicini all’autore dell’anconetta, come Gian Giacomo da Lodi o i Della Chiesa.
Il primo, in particolare, se nella decorazione a fresco di alcune cappelle in San Francesco a Lodi si dimostra solo vagamente prossimo ai modi raffinati del vetro parmense, nella tavola con San Bernardino – verosimilmente l’elemento frammentario di un polittico a più scomparti – sembra in più diretta sintonia con i personaggi dell’Adorazione (Bandera Bistoletti 1987a, tavv. 19-21). La destinazione francescana dell’opera, attestata dalla presenza dei due santi, potrebbe rappresentare una conferma piuttosto interessante della continuità nella produzione dell’artista per conto dell’Ordine.