- Titolo: Leda e il cigno
- Autore: Giuseppe Fustini
- Data: 1817
- Tecnica: Miniatura su avorio
- Dimensioni: 6,8 x 5,6
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti
- Inventario: Inv. 538
- Genere: Arti decorative
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
La graziosa miniatura di soggetto mitologico compare citata per la prima volta nell’Abbozzo d’inventario… del 1874, come opera di un autore anonimo dalla provenienza sconosciuta.
Secondo quanto riportato dall’Inventario generale, l’opera fu eseguita invece da Giuseppe Fustini, originario di Borgo San Donnino, attribuzione confermata anche dal Quintavalle, nel 1939.
Giuseppe Fustini ebbe – come dice Musiari (1986, p. 271) – “modestissima fama” come miniatore; nell’ambiente locale risulta infatti scarsamente documentato e della sua attività conosciamo ben poco.
Oltre a questa, altre due miniature sono ricordate negli Atti dell’Accademia di Belle Arti di Parma (1724-1825, vol. II, p. 105, pubblicati da Musiari 1986, p. 210): si tratta di “deux jolies têtes en miniature”, di cui una derivata dal Diogene di Biagio Martini e l’altra da una Sibilla, dipinte dall’artista con “beaucoup de grâce, et de force” in occasione dell’Esposizione organizzata nell’ottobre del 1811 nel Salone dell’Accademia.
Nel 1817, inoltre, il Fustini presentò a S.M. la duchessa Maria Luigia una “supplica” al fine di ottenere la nomina di “miniatore onorario” (Carteggio…, 1817, c. 8), ma tale carica non era contemplata nelle nuove costituzioni accademiche ducali e la sua richiesta fu quindi respinta. Il corpo accademico, giudicando il Fustini “non volgar cultore delle Arti-Belle”, gli suggerì però di fare richiesta per diventare Accademico d’onore, “dopo aver presentato alcuna opera sua: ché l’Accademia senza di ciò non dee portar giudicio alcuno” (Atti… 1794-1825, vol. II, p. 128).
Nell’agosto del 1817, in occasione della distribuzione dei premi per il concorso annuale degli allievi dell’Accademia, fra le opere esposte dagli Accademici d’onore, figura infatti proprio questa miniatura.
Essa fu dunque eseguita dal Fustini in quell’anno, allo scopo di ottenere l’assegnazione di un ambito e onorifico titolo accademico, contraddicendo in tal modo l’affermazione di Malaspina, secondo cui la morte dell’artista sarebbe avvenuta nel 1816 (1869, p. 172).
La miniatura raffigura Leda e il cigno che, volti di profilo, si protendono l’uno verso l’altro sullo sfondo di un cielo azzurro chiarissimo, percorso da leggere nuvole rosate. Un sottile alone luminoso avvolge la figura femminile, mettendone in risalto l’incarnato chiaro e trasparente e il profilo delicato dai lineamenti regolari del volto.
La tecnica minuta, per piccoli tratti di pennello, che fonde con morbidezza le tinte, conferisce all’immagine un effetto di raffinata preziosità, aumentando il tono di sottile sensualità della scena, sottolineata dall’atteggiamento intimo dei due personaggi, vicini fin quasi a baciarsi.
Si tratta tuttavia di un’esercitazione accademica, elaborata su modelli consueti, interpretati con una certa grazia e notevole perizia tecnica, ma privi di un’originale rielaborazione personale.