• Titolo: Interno del Teatro Farnese
  • Autore: Giovanni Contini
  • Data:
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 79 x 99,5
  • Provenienza: vinto alla Società di Incoraggiamento nel 1872
  • Inventario: Inv. 645
  • Genere: Pittura
  • Museo: Galleria Nazionale
  • Sezione espositiva: Deposito

In una lettera del direttore della Regia Pinacoteca indirizzata al Ministero, datata 23 dicembre 1872, nella quale si elencano sette dipinti acquistati per un totale di 1000 lire, viene ricordato al primo posto questo “Interno del Teatro Farnese, qual era prima che ne venisse innovato il tetto, di Contini Giovanni”. La veduta era stata presentata all’Esposizione promotrice di Belle Arti di quell’anno e figura infatti, al numero 44, nella nota dei quadri esposti, con una valutazione di 300 lire (Archivio dell’Accademia, Società di Incoraggiamento, 1872).
Modesto paesaggista seguace del Boccaccio e dell’Alinovi, il Contini – discontinuo frequentatore della Scuola d’ornato, di paesaggio e di un corso speciale di Disegno industriale presso l’Accademia di Belle Arti di Parma – si dedicò alla pittura probabilmente solo a un livello dilettantesco (nelle sue note manoscritte Enrico Scarabelli Zunti lo indica come autore di “paesetti all’acquerello e all’olio… di mediocre abilità”) (Scarabelli Zunti, Documenti… fine del XIX secolo, vol. X, c. 45). Nonostante ciò egli partecipò abitualmente alle mostre promotrici e nel 1870 presentò persino un paesaggio dal titolo Una giornata d’inverno alla prima Esposizione Nazionale di Belle Arti, che com’è noto si tenne a Parma (Catalogo… 1870, p. 40).

La suggestiva tela col Farnese è una testimonianza importante delle rovinose condizioni conservative in cui versava il Teatro negli Anni sessanta del XIX secolo, e il suo valore di documento è accresciuto dal fatto che mostra il soffitto ligneo dipinto, che venne purtroppo smantellato e disperso nel 1867 (ne sopravvivono oggi solo due tavole in Galleria; cfr. Fornari Schianchi 1999a, inv. 1143 e 1159, p. 53). Al dipinto è stato più volte accostato un colorito passo dei Pictures from Italy di Charles Dickens (1846), il quale – con il gusto e la sensibilità del romanziere “gotico” – trasforma l’evocazione dell’ambiente in un accorato lamento sul tema tradizionale del tempus edax rerum: “… la desolazione nella quale si trova il teatro accresce nello spettatore l’immaginazione per la gaia intenzione e il disegno; centodieci anni sono trascorsi senza che alcuno spettacolo vi sia stato dato; il cielo appare attraverso buchi nel tetto, i palchi sono cadenti e solo abitati da topi; i colori sono affievoliti, macchiati e svaniti e formano disegni spettrali sui pannelli; miserabili stracci penzolano là dove un tempo furono gai festoni sul proscenio. Il palcoscenico è rotto, così che una stretta passerella di legno vi è gettata attraverso, altrimenti si dovrebbe affondare sotto i gradini, e il visitatore sarebbe seppellito in un tetro abisso. La desolazione e la decadenza sono impresse ovunque; l’aria ha odore di polvere e sapore di terra; alcuni sperduti rumori esterni, che vagano con uno smarrito raggio di sole, sono velati e tristi, e i vermi, i tarli e la putrefazione del legno ne hanno cambiato la superficie, come una mano già liscia, piena di cicatrici, divenuta ruvida; se mai gli spiriti recitano commedie, essi recitano le loro in questo palcoscenico da fantasmi”.

Bibliografia
Ricci 1896, p. 386;
Thieme – Becker 1907, vol. VII, p. 338;
Sorrentino 1931b, p. 19;
Ghidiglia Quintavalle 1969, p. 53;
Dizionario… 1972, vol. III, p. 426;
Mecenatismo… 1974, pp. 78-79;
Allegri Tassoni 1984, p. 556;
Capelli 1990, p. 147;
Lasagni 1999, vol. II, pp. 149-150
Restauri
1974
Mostre
Colorno 1974
Davide Gasparotto, in Lucia Fornari Schianchi (a cura di) Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere. Il Settecento, Franco Maria Ricci, Milano 2000.