- Titolo: Il ponte Dattaro presso Parma
- Autore: Eugenio Furia
- Data:
- Tecnica: Olio su tavola
- Dimensioni: 29,5 x 44,7
- Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti, premio di prima classe alla Scuola di Paesaggio nel 1874; passato alla Galleria nel 1893
- Inventario: Inv. 655
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Le lezioni di Guido Carmignani alla Scuola di paesaggio superiore dell’Accademia prevedevano riprese dal vero, vere e proprie sedute en plein air durante le quali il maestro e gli allievi, fra il lavoro e la scampagnata, si esercitavano sugli stessi soggetti, magari privilegiando punti di vista differenti. Il luogo poi era particolarmente adatto e amato, per il suo essere, al tempo, una sorta di confine (“Volevamo risalire alle sorgenti del Cinghio/il giorno era d’aprile ventoso e celeste/folate ci portavano via sbiancando i salici bassi…”, Attilio Bertolucci, Verso le sorgenti del Cinghio) fra il limite ovest della città e la circostante campagna, un po’ come Barbizon per i parigini, e Carmignani, si sa, a Parigi era stato.
Così capita che di studi sul ponte Dattaro ne restano parecchi, dagli schizzi nel Taccuino di Carmignani (conservato al Museo Glauco Lombardi), alla sua tavola (Pinacoteca Stuard) caratterizzata dall’ampio respiro naturalistico, alla veduta di Pietro Dall’Olio (inv. 603, cfr. scheda n. 1141) che aggetta dal ponte sul torrente Parma che scorre verso la città, alla tavoletta in oggetto. Che, certo, rivela una qual immaturità, pur risultando premiata, tanto nella stesura che cerca di mimare la naturalezza del fare del maestro riuscendo soltanto confusa, quanto nel forte scompenso che si registra tra le figurette dilatate in primo piano, e la fuga prospettica che inquadra il gruppo di case vicino alle prime arcate del ponte, e i grigi obelischi dei campanili del Duomo e di San Sepolcro sullo sfondo, ma soprattutto nel tentativo, ingenuamente scolastico, di nobilitare e storicizzare la quotidiana scenetta con l’incongruo inserimento (Sivieri 1995) a capo del ponte di una torre medievale che, da tempo, era sparita dal contesto urbano.