- Titolo: Il poeta Angelo Mazza
- Autore: Giuseppe Turchi
- Data: 1794-1795
- Tecnica: Olio su tela
- Dimensioni: 47,5 x 62,5
- Provenienza: acquistato nel 1912 dalla contessa Annetta Mecabui
- Inventario: Inv. 1096
- Genere: Pittura
- Museo: Galleria Nazionale
- Sezione espositiva: Deposito
Nell’Inventario generale della Galleria Nazionale, questa tela acquistata per il valore di 160 lire, è attribuita al pittore romagnolo Giuseppe Turchi che dopo una prima formazione riminese e un lungo soggiorno romano, come allievo del pittore austriaco Michelangelo Unterberger, si trasferì a Parma nel 1790 per studiare le opere di Antonio Allegri. Qui, il 30 novembre 1792, stipulò con i benedettini di San Giovanni Evangelista un contratto per l’esecuzione dei disegni delle opere di Correggio esistenti in città che il riminese Francesco Rosaspina avrebbe poi tradotto in incisioni. Giuseppe Turchi non portò mai a termine il suo impegno a causa della morte improvvisa che lo colse a soli quarant’anni.
La tela, recentemente sottoposta a un intervento conservativo, presentava un ampio sfondamento, dovuto probabilmente a cause accidentali, nella zona in basso al centro del dipinto, risistemato con un’integrazione di tela sempre di manifattura. La zona danneggiata è stata ridipinta e più volte rimaneggiata. L’intervento di consolidamento attuato dalla Soprintendenza ha evidenziato una grave carenza nella preparazione della tela troppo povera di colla che è all’origine dell’evidente stato di craquelure dell’intera superficie pittorica. Le puliture ottocentesche avevano, poi, ulteriormente compromesso soprattutto le parti chiare del dipinto che, nonostante i visibili danni, mantiene intatta la sua vivacità espressiva e l’attenta resa dei caratteri fisici e psicologici del poeta.
Angelo Mazza (1741-1817) è infatti ritratto mentre scrive la sua ode L’uguaglianza civile (pubblicata a Parma nel 1794), egli si appoggia a due libri: le opere di Jacopo Stellini e un volume con dedica di Pietro Cossali suoi professori all’Università di Padova rispettivamente di filosofia e di scienze matematiche e astronomiche, discipline su cui Angelo Mazza fondava la sua poetica. Il personaggio, fortemente caratterizzato dal corpo minuto, dall’ampia fronte e dallo sguardo vivo e penetrante, osserva quasi sorridendo il riguardante, come chi conosce verità e segreti ai più inafferrabili.
Il ritratto è databile tra la fine del 1794 e il 1795, cioè nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione dell’ode.